SAVOY | Whalebone

In un post precedente sui Savoy (Rain | Isotope) avevo già minacciato che sarei ritornato a parlarne con un altro frammento.
Ecco quindi “Whalebone”, colonna sonora del film Hawaii Oslo, probabilmente il miglior esempio della teoria dei frammenti, inaugurata con questo blog… oddio, più che una teoria universale è un fatto personale (e perdonate se qui ripeterò cose già lette su ‘perchè frammenti’ ma è necessario per tutto ciò che viene dopo): è un minimo comune denominatore della quasi totalità dei brani che amo, seppure con modi e intensità diverse, e che mi porto appresso per anni; quella piccola porzione di note che producono una reazione ‘chimica’ che fa scattare l’innamoramento, e in virtù di questo, mi porta a considerare e/o rivalutare il resto del pezzo.

Whalebone la potrei ascoltare per ore perchè affascinante e struggente.
Aggiungo anzi che potrei ascoltarne per ore l’inciso, sopportandone per ore le strofe. Continua a leggere

In punta di piedi | Nathalie

Questa è una recensione ‘boomerang’ (però, Nathalie, ti voglio bene).

Lancio del boomerang
Capita a volte che alcune sensazioni siano così forti da imprimere nella mente anche altre informazioni connesse  (dove eravamo, cosa stavamo facendo, il momento esatto della ‘rivelazione).
Emozionante, delicata e appassionata, “In punta di piedi” mi si è da subito insinuata sottopelle, risvegliando il mio interesse su Nathalie e eliminando tutte le riserve che avevo su di lei.
E, sì, le emozioni forti ci segnano: ricordo esattamente dov’ero, cosa facevo e come mi sono sentito salire la pelle d’oca al primo ascolto.

Posso osare a dire…capolavoro? NO? Capolavoro!
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The outsiders | R.E.M.

Vi racconto come è nato questo post.

Venerdì, e forse ho già detto tutto. VENERDI’.  Va be’, mi spiego meglio:  non dirò che per me il venerdì è il giorno più brutto della settimana (quello di solito è il giovedì, roba che il lunedì in confronto è il “dì di festa”) però io, come tanti altri, il venerdì sono MOLTO stanca. Ecco, venerdì scorso ero MOLTO MOLTO stanca, stanca di quella stanchezza che non deriva da grandi sforzi fisici (questo per dire che capisco chi si fa veramente il “culo” e neanche mi sogno di aprire il confronto, mi arrendo in partenza), intendo quel tipo di spossatezza che ti fa sentire  persino la fatica “di mandare sangue al cuore” e invece devi restare dove sei e fare quello che devi. Ecco, io venerdì quando sono uscita dal lavoro e sono salita in macchina ero messa così. Mi ero dimenticata che la mattina avevo finalmente cambiato  il cd nel lettore della macchina dopo settimane di Adele. E così, quando ho avviato la macchina, è partita The outsiders dei  R.E.M.,  dall’album Around the sun. Continua a leggere

Heart in a cage | The Strokes

Che fatica stavolta scegliere una canzone… L’ultima selezionata da Alessandro si è rivelata essere la colonna sonora perfetta di questi ultimi giorni, ha invaso ogni spazio libero tra un neurone e l’altro e non accenna a smammare. L’unica cosa che sembra accettare e permettere è una continua associazione di idee destinate a trascinarmi in un vortice di tristezza pure laine 100%. Che poi gli Smiths,almeno, la notte scorsa hanno sognato che qualcuno li amava, io ho sognato che mi pioveva acqua dal tetto (ma che cazzo!).

Scopertami a canticchiare l’Adagio di Albinoni, con un poderoso colpo di reni (ma anche no) provo a forzare la mente in un’altra direzione, in un estremo tentativo di auto-dimostrazione che “volere è potere”  (che forse è anche vero, ma il volere non è quello che “bisognerebbe” volere ma quello che si vuole e basta…. ma questo è un altro discorso).

Dicevo del colpo di reni:  dopo aver letto i risultati dell’ultima ricerca di mercato commissionata alla ns. società di sondaggi, abbiamo individuato un segmento vacante tra gli aficionados del blog. Allora: la terza età è garantita dal fatto che una volta ho mostrato il blog a mia madre. L’infanzia e la pre-adolescenza risultano coperte dai figli dell’autrice. La fascia adulta è ben rappresentata dai due autori stessi, quindi dobbiamo puntare tutta l’artiglieria sui giovani, ed  ecco che calo l’asso: The Strokes! (spero che qualcuno non si aspettasse i Modà, perché anche alla ruffianaggine c’è un limite, perlomeno alla mia). Continua a leggere

THE SMITHS | Last Night I Dreamt that Somebody Loved Me

“Questa notte ho sognato che qualcuno mi amava. Ma è solo un altro falso allarme”
Già può bastare, vero?
Questi sono The Smiths. E se “Isotope” dei Savoy è il sindaco del paese dalle canzoni strazianti,   per “Last night…” è solo questione di tempo, certo lo diventerà alla fine del mandato.

Mi rendo conto: i brani che amo concorrono tutti per il premio di canzone più triste del sistema solare e, non essendo io propriamente uno che si ‘spassa’ la vita tra viaggi e cocktail – quindi senza bisogno di botte di normalità – comprendo il perchè della seconda domanda che spesso mi viene posta quando ascolto ‘le mie cose in casa’ (la prima è “potresti abbassare?” un trabocchetto che significa “dovresti spegnere” e non ammette che una sola risposta) che è questa:  perchè intristirsi per forza?
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The union of the snake | Duran Duran

Nostalgia canaglia? Non ci crederete ma … no, o meglio: non solo.

E’ vero, lo ammetto, anch’io sono stata una duraniana sfegatata, ma lo sono stata (attenuante: la giovane età) nel più diffuso e sciocco dei modi: ero INNAMORATA di Joh Taylor (l’unica in tutto il mondo davvero), e anche gli altri mi piacevano tanto. Le loro canzoni le ascoltavo, ma avrebbero potuto cantare anche Quel mazzolin di fiori e sarebbe stata la stessa cosa. Poi la cotta è passata (John, inspiegabilmente, non si è mai accorto di me) e loro sono finiti nel dimenticatoio.

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Lupin III “La fisarmonica” | Castellina Pasi

Esiste forse una sigla di cartoni animati più imprevedibile, coraggiosa e spregiudicata di questa?
Diciamolo tutti in coro: NO!

Tanto di cappello a chi allora decise di scegliere questa canzone, darla in pasto a un pubblico che mai avrebbe potuto apprezzarla, sfidando il fallimento e la derisione perpetua.

Si narra inoltre che l’opzione scartata fosse nientepopodimeno che un inedito dei “Cavalieri del Re” di Riccardo Zara, marchio di fabbrica ai tempi molto considerato (Bignami per chi non ha mai vissuto la giovinezza: fondatore del gruppo, è anche l’autore di leggendarie sigle di sapore spesso ‘medievale’,  Lady Oscar su tutte, …). La canzone di Zara non fu mai utilizzata neanche per le serie successive di Lupin III e restò nel cassetto per anni, ma ora – lieto  fine – gode di nuova vita su YouTube. Continua a leggere

Detroit rock city | Kiss

Mi sono accorta quasi con sorpresa che, a dispetto della mia anima rock se non addirittura metallara, i brani che più spesso mi vengono in mente da pubblicare (previa frammentazione) sono quasi tutti alquanto strazianti, intensi, SENTIMENTALI.

Ben ciò, basta qua. O meglio, urge diluire tutta questa saccarina con un po’ di sano casino altrimenti vi indurrò a credere che il mio profilo musicale abbia delle somiglianze con quello personale e da qui a pensare che io sia una piaga il passo è breve. Quindi oggi, per sviare le vs. intuizioni sulla triste verità, vi “puppate”  Detroit  Rock City dei Kiss (dall’album Destroyer).

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Tattva | Kula Shaker

“Trent’anni dopo, come i Beatles dopo il viaggio in India. Favolosi!”

Così potrebbe essere una recensione via SMS su questo pezzo dei Kula Shaker (dai, questi qualcuno li conosce, vero?).
Invece la vita è ingiusta e talvolta ci obbliga a fare cose che non vogliamo, tipo “andare in un blog, cliccare su un articolo, leggerlo tutto”, per cui mettetevi comodi, anche se cercherò di essere più breve che in passato.

Il mio incontro con i Kula Shaker risale al 1996, anno di uscita del loro primo album “K” e del singolo “Tattva” che ascoltai durante una puntata del…..Festivalbar!!! Continua a leggere