ROBIN GIBB | Juliet

Nel mio cuore,
tre i frammenti di questo brano: verso, ritornello, bridge.

Goodbye Robin.
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AC/DC | Thunderstruck

Il calendario dice che è arrivata la primavera, e da un bel po’ anche … Io guardo fuori dalla finestra e, chissà come mai,  tra un piovasco e una grandinata tendo a dimenticare questo fatto. Anche per questo motivo forse il mio cuore si è sentito in inverno fino ad ora, e con questo post vitaminico vorrei sciogliere definitivamente il sottile strato di ghiaccio che mi ha isolata più a lungo di quanto fosse necessario.

Per fare questa cosa (cacciare il generale inverno, darmi la scossa, archiviare il letargo) è necessaria tanta energia e chi ce l’ha???? Ovviamente si deve andare in prestito: lo sportello della banca virtuale a cui mi sono rivolta questa volta è la Banca AC/DC, con il loro prodotto Thunderstruck, pensato per far rendere al meglio i più che esigui risparmi emotivi delle persone per le quali è stato studiato.

So che il contrasto con il vicino di casa Pacifico (di cui mi sono comunque invaghita tanto da desiderarne l’ultimo album) non potrebbe essere più stridente. So pure che Alessandro esulterà per questo mio irrompere nella strada delle scelte musicali con gli anfibi chiodati, lo sento già affilare le lame … e io sono comunque felice di scoprire il fianco (vacci piano però, che non è più così foderato :-)).  Anzi, in un rigurgito di autostima, considero più una virtù che un difetto non temere il giudizio altrui, e poter mostrare il mio lato più ruspante, smettendo (con sollievo?) la maschera della principessa inappetente, il cui palato non può più essere tentato da nessun gusto. E, come ho già scritto qua sotto da qualche parte, quando le ostriche e lo champagne non funzionano più forse pane e salame possono sbloccare il meccanismo inceppato. Continua a leggere

PACIFICO | L’Ora Misteriosa

Ecco, proprio quando ti viene sempre più rimproverato di ascoltare solo musica NON ITALIANA, e quando tu ormai se lì lì per rassegnare le armi e dire: ciao sono Alex e sono esterofilo da vent’anni… ecco che, pacifico, arriva lui a calare non un asso ma un intero album di assi (e più di quattro, comunque).

Pacifico (Luigi De Crescenzo) è un autore che seguo da parecchio, seppur con la coda dell’occhio: non è uno che buca lo schermo (neanche quello di uno smartphone) e non ha poi questa grandissima voce (fina fina, sempre molto composta ed educata, non proprio caratteristica, insomma) ma scrive delle gran belle canzoni, sempre in punta di penna ed elegantissime, tanto che anche le meno riuscite sono almeno per nulla banali.
Piccole perle che non hanno – la forma sulla sostanza, solite storie –  il riscontro che meriterebbero, secondo il mio parere – giusto e modesto insieme, guarda un po’ la combinazione – proprio a causa della sua non grandissima voce (e che non si mette il mascara negli occhi, e che non è sempre in televisione, eccetera) che non può e non potrà mai evocarmi pensieri di pericolosa felicità e nemmeno di devastante tristezza ma solo…mestizia (perdonami Gino). Continua a leggere