GIRLS IN HAWAII | From Where Come Your Tears

girlsQuesta canzone non è ancora uscita e solo per caso – pare sia un mistero, il sito ufficiale della band non ne parla – sono venuto a conoscenza  di Refuge, l’imminente (4 luglio) EP di inediti dei Girls. Continua a leggere

GIRLS IN HAWAII | Bees And Butterflies

000193Eccola, finalmente, la mia ‘big thing’ personale.
I nuovi sacerdoti, come li ha definiti Valeria, sono la prova della mia monotematicità musicale degli ultimi 5 mesi.

Grandi sorprese, deragliamenti musicali? Beh, il post precedente era un tentativo di spiazzare chi (del condominio) si aspetta dai miei ‘carichi pesanti’ il solito mood malinconico.

Ma, ahimè, le Api e farfalle cattive sono solo una prima versione di “Bees and Butterflies” (che a me piace comunque molto) surclassata in bellezza dalla versione acustica ufficiale con gli occhi bassi e il solito mood…abbattuto dei miei frammenti.

Non immalinconitevi! L’importante è che, di qualunque opinione siate, non perdiate il milligrammo dell’interesse che vi ha portato qui e che proseguiate nel leggere la Santa Messa.

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MIDLAKE | Bring Down

Qualche giorno fa abbiamo ricevuto una visita al blog dal Brasile. WOW!
Probabilmente in debito di film, io me ne sono fatto uno tutto mio dove il nostro brasiliano è un tipo preromantico, teme l’arrivo dell’estate, il sole e l’allegria ma è già, controvoglia, in maniche corte. Un tipo fuori norma, in effetti, chissà con che terrore attende il carnevale di Rio….
Comunque, sarà di sicuro frutto delle cavalcate della mia mente, ma metti che sia davvero così! Non sarei io se gli negassi un tenero ricordo dell’autunno triste e piovoso che qui è il presente (e lo sarà per, arrotondiamo, almeno centocinquanta giorni), giusto?
Quindi, et voilà, i Midlake.

Non vogliamo essere accusati di plagiare i Radiohead. […] Ascolto molto molto di più i Jethro Tull che i Radiohead […] e potrei scrivere dieci canzoni simili a quelle dei Radiohead prima di una che ricordi i Jethro Tull.”
Dei Jethro Tull parleremo un’altra volta, ma secondo voi, potevo lasciar correre un’affermazione come questa (plagiatori di Radioheaduna delle mie più belle ossessioni), pur presuntuosa e arrogante, e non andarmi ad ascoltare l’album ‘incriminato’?

Non potevo. Continua a leggere

DERIVA | Nowhere Land

Ehm…la volta scorsa non sono stato completamente sincero. Ho lasciato intendere che il mio compleanno fosse imminente (imminentissimo) quando invece non lo era.
Roba forte. Grandi rimorsi.

In queste settimane mi sono quindi affiorati strani pensieri sulla correttezza, tipo le  scale mobili in Inghilterra dove tutti (gli inglesi) restano a lato per far passare chi ha fretta,  l’integrità (bla bla bla…e altre cose che vi risparmierò), e mi sono girato e rigirato nel letto finchè ho deciso di chiarire questa situazione ‘forzaitaliana’ in cui sono stato equivocato a causa di un malinteso e per colpa della stampa malevola.

Ebbene, è oggi.
Peggio, è un altro anniversario del mio 30° compleanno! E non è di quelli facili  perchè – ulteriore aggravante – di quelli multipli di cinque, in cui i già predisposti come me non solo fanno il ‘bilancio’  (che quello si fa ogni anno, of course) ma anche la verifica del piano quinquennale appena terminato per, appunto, verificare, prendere la matita rossa e segnare, segnare, segnare.
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RADIOHEAD | Nice Dream

Quante volte avrò citato i Radiohead in questi mesi? Una, due, tre, cinque ?
Naturalmente parlo di ‘milioni’ ed è facile che sia la cifra giusta – arrotondata per difetto – contando quanto li ho finora tirati in ballo per le similitudini con la canzone recensita, la voce di Thom Yorke, le mie passioni di ieri, la costruzione complessa dei loro brani e bla bla bla bla.

Tutto già detto in mille modi, nel tentativo di sembrare ogni volta unico e originale, ma soprattutto di mascherare la vera unicità – nel senso “solo uno e sempre quello” –  stava nel contenuto, questo: i Radiohead sono stati per molto tempo nel mio cuore;  una passione tanto forte quanto inattesa (ebbene sì, ero una groupie, e allora?), slegata dalla musica che ascoltavo quando mi avvicinai a loro per la prima volta. Continua a leggere

UNBELIEVABLE TRUTH | A Name

Grande scoperta! Il fratello minore di un depresso, facilmente sarà…depresso. Brutta e brutta cosa. Ereditaria.
Come lo so? HA! (risata – singola – di superiorità).

<Potrei>
[In questo blocco di testo, compresa questa frase,
potrei usare troppe volte la parola “potrei”.]

Potrei dire che lo so perchè ho studiato con i neuroscienziati della McGill University (gli stessi dell’articolo sui superpoteri delle canzoni di Adele che fanno piangere Tyson e le compagne del corso di ricamo) oppure perchè attento osservatore, colgo ogni sfumatura della società in cui vivo oppure ancora per l’ultimo saggio letto sull’argomento (regalato poi a un bimbo mio vicino di casa sempre solo perchè potesse usarlo come compagno sull’altalena).

Potrei. Anzi, magari potrei potessi.
Invece sono io, sempre uguale a me stesso,  grande sfoggio della superficialità più sbruffona esibita come conoscenza approfondita mentre, come gli anziani, registrato un unico piccolo particolare – magari casuale – nella galassia di un argomento, lo promuovo assioma e forte di questo, come Mosè do le tavole.

Il piccolo particolare a sostegno della tesi di questa puntata è l’intero del frammento, ovvero la canzone “A Name” degli Unbelievable Truth. Anzi il suo autore. Continua a leggere

A-HA | Butterfly (The Last Hurrah)

In questo post spezzerò una lancia per gli A-Ha creando un ponte (lungo? no,  più lungo) tra loro e altre due band, oserei dire, leggendarie.

Mi farete a pezzi ma, fiero e spigliato io, come e più della ‘ragazza che limona sola’  (altra leggenda gli Elii, e minaccio di parlare del ponte tra loro e i Vianella in futuro, in caso ne avessi ancora uno), affronterò la prova che, ben conscio delle evidenti difficoltà a cui andavo incontro, avevo in un primo tempo pensato di intitolare “Il Ginepraio”.

Ebbene: gli A-Ha sono tra le band più sottovalutate di sempre.
Lo penso da qualche centinaio di mesi ma lo dico colpevolmente solo ora che almeno siamo in due, avendo saputo di una dichiarazione simile di “the Edge”, più conosciuto come Sua Maestà Imperiale, divino Maestro pizzicatore di corde, degli U2. Continua a leggere

SAVOY | Rain + Isotope

Alzi la mano (Lasci un commento) chi conosce i SAVOY.

Nessuno? E’ un peccato.

Arrivai a loro più di 10 anni fa nel bel mezzo della fase dell’innamoramento sfrenato per “OK computer” quando, cercando sulla rete notizie relative ai Radiohead, mi imbattei nella recensione dell’album “Lackluster me” di questa band sconosciuta che veniva associata a Thom Yorke e soci per la particolare costruzione dei brani, spesso dolenti, pieni di accordi ‘obliqui’ e scelte armoniche inusuali.

Già volevo saperne di più. Continua a leggere

ADELE | Set Fire to the Rain

(A questa canzone il merito di avere dato il ‘la’ all’idea di questo blog)

Provate a pensarci, è vero o no che il panorama musicale ci propone sempre più spesso belle voci ‘e basta’ ?

E’ vero.

E come sugli aspirapolvere insegna il manuale del venditore porta a porta (a ogni dimostrazione  si deve mostrare ogni più piccolo e insignificante accessorio) probabilmente anche per ‘creare da una bella voce un’artista di successo’  ci sarà una guida infallibile da seguire a cui – per semplificare – accollerò tutte le colpe: per ogni disco, canzone, strofa, ponte, inciso che ho ascoltato, in cui  passare semplicemente dalla ‘nota A’ alla’nota B’ sembra essere vietato. Dove la ‘nota B’ diventa una luce alla fine del tunnel, quasi un miraggio, raggiungibile solo dopo un tripudio di note e notine accessorie squittite dall’ugola d’oro di turno. Continua a leggere