In un post precedente sui Savoy (Rain | Isotope) avevo già minacciato che sarei ritornato a parlarne con un altro frammento.
Ecco quindi “Whalebone”, colonna sonora del film Hawaii Oslo, probabilmente il miglior esempio della teoria dei frammenti, inaugurata con questo blog… oddio, più che una teoria universale è un fatto personale (e perdonate se qui ripeterò cose già lette su ‘perchè frammenti’ ma è necessario per tutto ciò che viene dopo): è un minimo comune denominatore della quasi totalità dei brani che amo, seppure con modi e intensità diverse, e che mi porto appresso per anni; quella piccola porzione di note che producono una reazione ‘chimica’ che fa scattare l’innamoramento, e in virtù di questo, mi porta a considerare e/o rivalutare il resto del pezzo.
Whalebone la potrei ascoltare per ore perchè affascinante e struggente.
Aggiungo anzi che potrei ascoltarne per ore l’inciso, sopportandone per ore le strofe.
Sopportare? Sì, sopportare.
Nonostante non sia specificato nei credits, è evidente che l’inciso e le strofe siano scritti da due ‘mani’ diverse.
Provo a immaginare i fatti durante la fase di composizione: ‘the king’ Paul Waaktaar ha in testa una melodia pazzesca, da brividi lungo la schiena. La propone agli altri componenti del gruppo che rimangono anch’essi impressionati.
Ma è una bozza, mancano le altre parti perchè sia completa.
Allora viene in aiuto Lauren, l’altra vocalist del gruppo, che sostiene di avere la soluzione non richiesta a un problema che presto sarebbe stato – non da lei – risolto brillantemente: “perchè non facciamo così (strofa) e così (altra strofa) e poi così (ponte)?
L’accusa:
Paul dice sì.
Le aggravanti di Paul
Paul non è drogato, non è in coma, non sta giocando al telefono senza fili sbagliando la risposta, non è una donna che dice sì quando vuole dire no.
La difesa di Paul
Paul è il di lei (Lauren) marito.
(pausa di stupore e comprensione)
Siamo in un blog e non al gossip bar, per cui sorvoleremo sui motivi matrimoniali per cui Paul sia dovuto sottostare a questo vile e bieco ricatto, diremo quindi che probabilmente disse sì perchè erano tante volte che diceva no: Paul è un uomo innamorato ma anche furbo e sapeva che troppi rifiuti alla lunga avrebbero danneggiato il rapporto con Lauren, perciò decise di danneggiare la canzone.
La parte lesa: Whalebone
Il pezzo è costituito da due anime che procedono in parallelo senza che in alcun momento avvenga l’incontro che, forse chissà, avrebbe dato un qualunque senso compiuto all’operazione. Cantano sia Paul che Lauren e non credo di sbagliarmi sostenendo che ognuno di loro canta la parte che ha composto.
Ascoltai per la prima volta questo brano in una breve clip che riproduceva l’inciso: è questo il frammento che mi ha colpito ed è lunghissimo, ma non posso accorciarlo perchè non saprei scegliere una porzione più di un’altra: una preparazione in crescendo che sfocia nell’inciso vero e proprio [punto di ascolto 00:26], liberatorio, dolente e sofferto. E’ questo il cuore del brano. WOW!
Come già dissi su queste pagine, ho una netta preferenza per le voci maschili: e qui la voce è magnifica, a completa disposizione del brano di cui interpreta perfettamente il mood che potremmo immaginare basato sul ricordo di cose passate (rimpianto di momenti felici, momenti tristi oppure rimorsi su momenti tristi…ce n’è sempre per tutti i gusti e palati), invece il testo – sorpresa – è tutto orientato al presente e al futuro, e sulla spiaggia, oltre all’osso di balena (whalebone) noi camminiamo, ci incontreremo (sì, magari, forse, un giorno).
Boh, mi sembra che nonostante una parvenza di lieto fine, alla fine finisca sempre tutto in lacrime…..
Ma in realtà io il vero significato del testo non l’ho mai capito perchè da qui in poi restiamo in sospeso, senza risposte dovute all’entrata dell’altra ‘faccia’ del pezzo, dove c’è Lauren che miagola ‘cose generiche’ un po’ tra il terzo e il quarto piano in ascensore….. e lì si consuma il delitto.
E purtroppo non è un semplice calo di tensione, ma un blackout, un missile terra aria che colpisce un aquilone, il razzo di Wilcoyote che si spegne proprio quando non dovrebbe. Il disastro.
Lei canta con quella sua voce piiiccola, fina fina (anche se in altri brani il risultato è passabile, ammetto) ma soprattutto ci propina testi inconsistenti su linee melodiche da carillon, inadeguatissime rispetto ai tutti i carillon del mondo e, comunque, semestri-luce (nuova unità di misura utile solo a sottolineare il mio disappunto) sotto al resto del brano.
Quasi da non dormirci la notte vero?
Per fortuna c’è una parvenza di lieto fine: le incursioni coniugali sono infatti molto brevi e si riducono a tre momenti, evitabili come la peste ma non così dilatati far affondare completamente il brano che, passati i tre ostacoli, chiude con una coda strumentale struggente in cui musicalmente non succede effettivamente nulla di sorprendente ma che io, che dalla canzone sono stato ormai rapito, violato, rilasciato e soffro della sindrome di stoccolma, interpreto come un ulteriore reminder sull’ineluttabilità del destino e delle conseguenze delle nostre azioni (‘aknowledge the bell you can’t unring, scriverà Paul su questo tema negli anni a seguire…), a cui tutti dobbiamo sottostare.
Un’ulteriore conferma di quanto ‘the king’ sia esempio brillante di grande scrittura musicale contemporanea e mio mito personale.
Ossi di balena per tutti!!!
5stelle, nonostante tutto
Il frammento
Il link al brano completo
Scusate ragazzi, ma solo io noto un pezzetto del ritornello di Locust in questa canzone… ??? Proprio all’inizio della parte cantata da Paul? Provate ad ascoltare Locust e ditemi qualcosa…
Hai ragione, un ottimo esempio di riciclo. Personalmente, nonostante non sia male, Locust non è mai stata una delle mie favorite e credo che su whalebone, complice la bellezza della melodia dell’inciso, sia MOLTO più efficace e, per quanto mi riguarda, giustizia è fatta 🙂
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Adesso ho ascoltato il brano completo, e… non inorridisco. E’ vero che è anomalo, ma a mio avviso non diventa brutto a seguito degli innesti di Lauren nè ne esce rovinato, direi piuttosto che il risultato finale è insolito ma bello. L’accostamento di queste due voci mi ha riportato alla memoria i Take it easy hospital visti nel film No one knows about the persian cats (I gatti persiani). Attendo riscontri su questa mia opinione.
Comunque la canzone, se mai lo farà, non “mi è arrivata” nei primi 3 ascolti e quindi niente 5 stelle. Però sono contenta di averla conosciuta e la ascolterò ancora.
Oddio valeria, altri compiti a casa, e pure su quel film dei gatti persiani?
Vedrò di accontentarti, recupero il branoe…vediamo se Lauren di Persia canta anche là.
Davvero una bellissima recensione.
Personalmente trovo questo brano molto ma molto bello ma… come dice Morgan a X-Factor, “non mi arriva”, si perde ad un certo punto e credo che tu abbia trovato la “magagna” che lo ha rovinato.
Dissento però questa tua frase:
” Siamo in un blog e non al gossip bar, per cui sorvoleremo sui motivi matrimoniali per cui Paul sia dovuto sottostare a questo vile e bieco ricatto, diremo quindi che probabilmente disse sì perchè erano tante volte che diceva no: Paul è un uomo innamorato ma anche furbo e sapeva che troppi rifiuti alla lunga avrebbero danneggiato il rapporto con Lauren”:
Conoscendo bene i due (Paul e Lauren) confermo che Paul è molto innamorato di Lauren ma ha affermato in molte interviste che lui nei Savoy finalmente è il “capo” e lui decide tutto (non come negli A-ha dove le decisioni venivano -è d’obbligo il passato- presi da tre teste differenti che spesso si scontravano fra di loro). Innamorato della musica e della moglie a quest’ultima non ha mai detto “no” ma solo perché quello che lei fa a lui piace davvero (l’ha sempre considerata la sua musa ispiratrice e ha dedicato a lei molti pezzi A-ha e non e non ha esitato a farle mettere le mani nel progetto Savoy).
Di questo brano esiste un’altra versione leggermente rivisitata, uscita sul Savoy Songbook Vol. 1 del 2007.
Simona
p.s.:
Paul Waaktaar-Savoy recentemente ha composto il brano Weathervane in collaborazione con Jimmy Gnecco e con lui ha fondato l’omonima band che farà uscire a Natale (TBC) il primo album. il video è stato girato in USA e la regista è….. Lauren Savoy, tanto per rimanere in tema…
Leggo con piacere il tuo punto di vista sulle dinamiche familiari del bravo Paul.
Ma certo, naturalmente si tratta di elaborazioni personali, in questo caso meditate da anni e ‘buttate giù’ esagerandone i toni per non rendere la discussione [di un microcosmo (il frammento) all’interno di un altro microcosmo (gli estimatori del gruppo)] una messa cantata mista a una gara al trivial pursuit dei Savoy.
Non interesserebbe a nessuno, e a me ancora meno.
Sulla canzone, poverina, poteva in effetti essere più fortunata, ma forse intravvedo ancora più qualità in una cosa che, pur con manifeste mancanze, sia capace di mantenere altissimo il mio gradimento.
Nel caso specifico di chi ha deciso o meno…..boh, di sicuro i fatti saranno andati diversamente, e non è mia intenzione approfondire.
MA…proprio per la grande stima e rispetto che ho per ‘the king’ e data la sua notoria attenzione per i dettagli, ritengo discutibili e SOSPETTE molte scelte compositive e interpretative nel repertorio Savoy, tutte riconducibili al materiale portato da Lauren.
Diciamo allora che, PAZIENZA, a volte non si può essere obbiettivi verso le persone che ci stanno a cuore.
Quindi se ‘nessuno è profeta in patria’ è probabile allora che chi non lo è – perchè non la caratteristiche e capacità richieste dal ruolo – allora in patria sarà un GRAN FIGO*.
*pareva poco fine, ma se non fosse stata la parola di chiusura del commento, quest’ultima l’avrei lasciata al femminile.
Ciao Simona. Intervengo brevemente sul tuo “dissenso” per dire come io vedo la situazione immaginata da Alessandro (Paul che dice sì a Lauren e perchè). Allora, è evidente che le cose saranno andate in un certo modo, e molto probabilmente la ragione per cui il brano è venuto fuori così è proprio perchè a loro piaceva così. Alessandro ed io però in questo blog non raccontiamo la storia delle canzoni, a volte ne sappiamo molto, a volte molto poco. Per quella (la storia, le biografie, i giudizi) ovcunque si può trovare tutto (e il contrario di tutto). Personalmente trovo che Alessandro, anche in questo caso, abbia trovato una chiave di scrittura favolosa: parla di un brano che ama, forse lo farà amare a qualcun altro, e rende interessante la lettura di qeusto post anche perchè immagina un “delitto passionale” dietro la canzone. E’ una “forzatura” surreale ma questa sì che mi arriva, anche più della canzone, e mi diverte molto. Comunque, che Paul e Lauren vivano per sempre felici e contenti e perchè no… noi con loro 🙂
Ale 🙂 Come è intrigante la struttura “dibattimental-tribunalesca” del tuo nuovo articolo! Meno male che sono una bella persona, per cui invece di rosicare e invidiare e basta, ammiro e riconosco pure.
Al momento attuale (finalmente anch’io!) posso dire che non riesco ad ascoltare il brano completo, per cui rimanderò a questa sera il piacere di assistere al delitto perpetrato dalla voce piiiiccola piiiiiiiccola, mentre ho potuto ascoltare il frammento. In effetti cattura, e ho persino riconosciuto il titolo in mezzo alle parole :-). Sospendo dunque la votazione “stellare”, che basata sul frammento potrebbe al momento aspirare a 4 stelle.
p.s.: non mi risulta che tu avessi già detto che preferisci le voci maschili… ma sai che anche per me è così? Mi precipiterò su Viola Valentino per rispettare le quote rosa!