AUDIOSLAVE | Like a stone

Eccoli là, beccati! Tutti pronti a dire “Oh, ecco la Stefania”, “Ciao Stef” , “Continua così Stefy”  e invece … sono di nuovo io, la Vale.

Purtroppo c’è stato un piccolo intoppo. Vi ricordate tutta la nostra presentazione alla Ste giocata sul discorso “accendere la luce, abbagliare, spegnere la luce”? Ecco, la Stefa (donna con un’enorme autoironia) voleva fare un’entrata in scena mascherata da lampadina, ci ha lavorato giorno e notte… Salvo accorgersi, al momento dell’entrata in scena, che si era preparata un costume da LAMPADINA A INCANDESCENZA. Orrore! Sacrilegio! Fuorilegge! Aita Aita! Insomma, sta cercando di mettersi a norma ma ci vorrà ancora qualche giorno, nel frattempo portate pazienza, rimettete la sveglia un po’ più avanti e leggete sotto (pigri e fatalisti astenersi, non avete bisogno di incentivare la vostra naturale predisposizione all’inazione).

Sembrano passati pochi giorni dacchè vi suggerivo di ascoltare gli Of Monsters and men (che tra l’altro stanno avendo un ottimo successo malgrado il mio post) invece ALLORA eravamo in luglio… e ADESSO … gulp! … siamo a fine settembre. Continua a leggere

OF MONSTERS AND MEN | Little talks

Ah ragazzi… che belli che sono stati i mesi di maggio e giugno.

Maggio allietato (anche se Ale direbbe funestato) dalla mia festa di compleanno. Chi c’era ha saputo oltre ogni ragionevole dubbio che mi sono divertita e commossa in egual misura, e per parecchio tempo mi sono sentita in stato di grazia, ammantata di gratitudine verso la vita che mi ha circondata di così tante belle persone. Qui e ora lascio pubblica testimonianza di affetto ai miei amici, e la canzone che posto oggi è dedicata a loro, per quanto non sia il classicone “L’amico è” di Baldambembo.

Cosa dire di giugno…. In giugno ho incontrato due persone, che mi hanno fatto stare bene in modi diversi ma ugualmente importanti. Il più famoso dei due è Bruce Springsteen, e il suo concerto  a S. Siro del  7 giugno 2012 è ormai archiviato nella mia memoria come una delle esperienze più positive e gratificanti della mia vita.  Consiglio a chiunque si trascini svogliato e sfiduciato per i corridoi della vita di assistere ad un evento del genere: vi troverete come me (più famosa come  cinica depressa che come groupie eccitata) a rilasciare interminabili e mai richiesti  resoconti entusiastici sulla performance dell’artista, a passare ore su Youtube a rivedere i filmati girati da quei gran fighi del Pit e in generale ad attaccare bottone anche nella sala d’aspetto del dottore pur di diffondere il verbo “Io c’ero, la prossima volta siici anche tu”. Continua a leggere

AC/DC | Thunderstruck

Il calendario dice che è arrivata la primavera, e da un bel po’ anche … Io guardo fuori dalla finestra e, chissà come mai,  tra un piovasco e una grandinata tendo a dimenticare questo fatto. Anche per questo motivo forse il mio cuore si è sentito in inverno fino ad ora, e con questo post vitaminico vorrei sciogliere definitivamente il sottile strato di ghiaccio che mi ha isolata più a lungo di quanto fosse necessario.

Per fare questa cosa (cacciare il generale inverno, darmi la scossa, archiviare il letargo) è necessaria tanta energia e chi ce l’ha???? Ovviamente si deve andare in prestito: lo sportello della banca virtuale a cui mi sono rivolta questa volta è la Banca AC/DC, con il loro prodotto Thunderstruck, pensato per far rendere al meglio i più che esigui risparmi emotivi delle persone per le quali è stato studiato.

So che il contrasto con il vicino di casa Pacifico (di cui mi sono comunque invaghita tanto da desiderarne l’ultimo album) non potrebbe essere più stridente. So pure che Alessandro esulterà per questo mio irrompere nella strada delle scelte musicali con gli anfibi chiodati, lo sento già affilare le lame … e io sono comunque felice di scoprire il fianco (vacci piano però, che non è più così foderato :-)).  Anzi, in un rigurgito di autostima, considero più una virtù che un difetto non temere il giudizio altrui, e poter mostrare il mio lato più ruspante, smettendo (con sollievo?) la maschera della principessa inappetente, il cui palato non può più essere tentato da nessun gusto. E, come ho già scritto qua sotto da qualche parte, quando le ostriche e lo champagne non funzionano più forse pane e salame possono sbloccare il meccanismo inceppato. Continua a leggere

GREEN DAY | Holiday

Se ti muore la gatta che ti ha tenuto più compagnia di qualsiasi essere umano negli ultimi 13 anni, disperarsi è fuori luogo perché era solo un animale.

Se il lavoro invece di essere, almeno a tratti, un appagante sistema di guadagnarti la pagnotta è da troppo tempo una sanguisuga che ti prosciuga del tuo tempo e delle tue energie, lamentarsi non è consentito perché “almeno tu un lavoro ce l’hai”.

Se la salute non è più quella di una volta e a 39 anni mangi più pastiglie che caramelle, preoccuparsi non vale perché c’è chi sta peggio.

Se crescere due figli in questi  tempi di crisi mondiale, siccità incombente, fine del mondo imminente qualche volta ti toglie il sonno… bisogna pensare a chi i figli non li ha e li vorrebbe, e poi non potevi pensarci prima?

Se sei famosa per essere una conversatrice stimolante, ma qualche volta non hai voglia di schermaglie verbali ma solo di un po’ di tenerezza allora sei complicata, però se sei su di giri e di umore scherzoso allora sei una rompicoglioni.

Se non riesci a raccontare la trama del film “Welcome” senza commuoverti, è solo perchè sei troppo emotiva.

Se qualche volta non ne puoi più di tutti questi giudizi ma, come un personaggio del libro che ho finito oggi, pensi “Certo che ti cadono le braccia a furia di sbraitare per avere ragione” perché non ce n’è proprio più, e allo stesso tempo, tragicamente, sai che quei giudizi non sono sbagliati… allora l’unica soluzione è lasciar sbraitare chi di energia ne ha ancora (o ne aveva?) e che non si vergogna di dire “Bianco” oppure “Nero” perché il Signore gli ha fatto il dono di guardare le cose da una prospettiva sola (o perlomeno da una prospettiva alla volta).

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MATIA BAZAR | Cavallo bianco

Vi ricordate quando Ale ha scritto il suo post su Jeff Healey e la sua rivisitazione di “While my guitar gently weeps”? E vi ricordate come io dissi che il ritornello mi rimandava a “C’è tutto un mondo attorno” dei Matia Bazar? Scommetto che non rimembrate, ma non importa. Me lo ricordo io però, e tanto basta per questa cosa che voglio fare: quando suggerii il parallelo, Ale disse “Beh, dipende di quali Matia Bazar stiamo parlando”. INFATTI. Dipende proprio da quello.

Perché ovviamente per me i Matia Bazar sono quelli dal 1975 al 1989, quelli con la Ruggiero per intenderci. E non solo con lei: diciamo che per me i Matia Bazar sono QUELLI LA’ (la Ruggiero appunto, Aldo Stellita, Riccardo Marrale, Giancarlo Golzi e un po’ di alternanza alle tastiere… infatti questi membri non li ricordo mai, a parte quello attuale, che poi è anche quello degli inizi inizi Piero Cassano nonché probabilmente il meno meritevole di occupare 15 bit della mia memoria affaticata).

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FABRIZIO DE ANDRE’ | Preghiera in gennaio

Ho rimandato, ho temporeggiato ma alla fine ho dovuto affrontare questa canzone che mi aspetta da molto: Preghiera in gennaio  di Fabrizio De Andrè.

Affrontando essa mi cimento in una doppia sfida: parlare di Fabrizio De Andrè e della Grande Mietitrice.

Fabrizio De Andrè è il primo cantante italiano che pubblico in questo blog, e direi che va bene così. Ascolto molti artisti italiani e con il tempo arriveranno anche loro. Ma per De Andrè nutro una venerazione che ha poco a che fare con la musica, e molto a che vedere con la sua capacità di scrittura. Per chi lo conosce, inutile tentare di aggiungere qualcosa su di lui, hanno detto tutto. Per chi non lo conosce, solo un consiglio: non indugiate oltre, cominciate con l’antologia “In direzione ostinata e contraria”, che vi terrà magnificamente occupati per un bel po’, e ASCOLTATE. Dopo aver ascoltato STUPITEVI MA CREDETECI… è esistita una persona che riusciva ad affrontare certi concetti e certe storie come lo ha fatto lui: mai una forzatura e mai una parola sbagliata. Qualche risata (amara) è assicurata, personalmente il sentimento che mi pervade più spesso quando ascolto De Andrè è la commozione: La guerra di Piero, La ballata dell’eroe, Inverno, Ho visto Nina volare sono alcune tra le mie preferite.

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DEPECHE MODE | Photographic

Per gennaio avevo promesso strazio e cordoglio, e invece, da quell’insopportabile DONNA che sono, cambio improvvisamente idea ma  la spiegazione di questo voltafaccia convincerà anche i più esigenti: perché si!

Date in premessa tutte le spiegazioni del caso, passo ad introdurre il gruppo: i Depeche Mode, che non è che abbiano poi bisogno di chissà che presentazioni…. TUTTI li hanno sentiti nominare e TUTTI conoscono almeno una loro canzone (facilmente ben più di una).  Decenni di attività, successi, eccessi e tragedie e la capacità di venirne fuori sempre con onore ne fanno una band inossidabile senza per questo avere mai assunto lo status di  “vecchi dinosauri”, anzi… agli esordi innovatori  alfieri dell’elettro-pop, negli anni hanno tenuto duro (con gli obbligatori aggiustamenti che derivano dall’esperienza e dall’evoluzione dei gusti) confermandosi, in un certo panorama musicale, come un gruppo che ci ha visto giusto quasi sempre.

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ARCTIC MONKEYS | Mardy Bum

Domenica mattina presto, e sono di nuovo qua: viva e vegeta o meglio, come disse qualcun altro, sono viva e vegeto.

Ancor prima di entrare in argomento, permettetemi una divagazione (cominciamo bene!) nonché precisazione: io NON odio il Natale; ho solo espresso la mia antipatia per l’imposizione consumistica del Natale come primizia perché ogni frutto ha la sua stagione! Anzi, vi dirò di più: ho amato molto questo periodo, e non solo durante l’infanzia. L’ho amato anche fino a non molti anni fa, e rimangono a testimoniare questo mio affetto rami raccolti nel bosco, addobbi in pasta di sale, stelle di natale intagliate nel cartoncino costi quel che costi (ricordo che costarono almeno un paio di vesciche dove poggiavano le forbici). Negli ultimi anni però alcuni accadimenti hanno definitivamente spogliato la festività della sua magia, non ultimo il fatto che il mio lavoro mi porta a sgobbare come non mai da un po’ prima di adesso fino a fine gennaio, e quindi sono ormai costretta ad alimentare l’esigua fiammella della “fede natalizia” a botte di diavolina ad uso e consumo dei miei due carissimi Natali Piccolini (eh già, anch’io ne ho due).

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