A-HA | Under The Make-up

a-ha-CastInSteelNorvegia. Fiordi. Più notte che giorno. Freddo. Tanto freddo. Eppure gli a-ha si sono sciolti lo stesso.

Era il 2009. Pochi mesi dopo la pubblicazione di ‘Foot of the mountain’ la notizia fu ufficiale e nelle interviste ai tre, spesso separate, si leggeva tra le righe che la fine del gruppo non fu decisione unanime e che a Paul Waaktaar, che suonava il campanello degli a-ha con una borsa di canzoni per il nuovo album, un bel giorno non aprì nessuno. Continua a leggere

A-HA | Scoundrel Days

scoundrel daysSuccede che per lavoro devo passare una settimana all’estero, in un posto dove so già che notizie, youtube, streaming di qualsiasi cosa = merce preziosa e irraggiungibile.
Sarò isolato, disconnesso, unplugged, solo, triste e così, temibile stratega quale sono, decido allora di caricare l’impossibile sullo smartphone.

Serie TV da vedere: Mad Men stagione 5, Carnivale stagione 1 [di una tristezza questo…ci provo ogni volta e non lo guardo mai], Nurse Jackie stagione 4 [questa dura poco meno di mezz’ora, la userò come riempitivo].

Dischi da ascoltare: l’ultimo dei Baustelle, Atom for Peace della band parallela di Thom Yorke (e altri che non cito….perchè magari c’è un futuro frammento, là nel mucchio).

Ebook  da leggere: (che mai leggerò. E infatti, quindi neanche metto il titolo)

Un paio di sere per organizzare i file ed eccomi già là dove dovevo stare “da domenica a domenica”, a Colonia – in un hotel pagato a peso d’oro ma da noi soprannominato “la stalla” – con l’idea di utilizzare un paio d’ore che sapevo libere il primo giorno per visitarne il duomo (fantastica costruzione gotica, spaventosa in tutti i sensi, provate a guardare qualche foto di sera…brividi assicurati. Là ci sono i resti dei Re Magi, lo sapevate?).
La realtà è sempre ben diversa: le due ore libere viste neanche con il binocolo, naturalmente, ma non era questa la cosa peggiore: una volta arrivato in camera mi accorgo che macchè Baustelle, Atom for Peace [poi questo l’ho ascoltato….TERRIBILE!!!!], macchè Mad Men e Carnivale….io non so che cacchio è successo con iTunes ma evidentemente non siamo mai riusciti…a capirci. Va da sè che della mia playlist audio/video non era rimasto quasi nulla. Continua a leggere

A-HA | Butterfly (The Last Hurrah)

In questo post spezzerò una lancia per gli A-Ha creando un ponte (lungo? no,  più lungo) tra loro e altre due band, oserei dire, leggendarie.

Mi farete a pezzi ma, fiero e spigliato io, come e più della ‘ragazza che limona sola’  (altra leggenda gli Elii, e minaccio di parlare del ponte tra loro e i Vianella in futuro, in caso ne avessi ancora uno), affronterò la prova che, ben conscio delle evidenti difficoltà a cui andavo incontro, avevo in un primo tempo pensato di intitolare “Il Ginepraio”.

Ebbene: gli A-Ha sono tra le band più sottovalutate di sempre.
Lo penso da qualche centinaio di mesi ma lo dico colpevolmente solo ora che almeno siamo in due, avendo saputo di una dichiarazione simile di “the Edge”, più conosciuto come Sua Maestà Imperiale, divino Maestro pizzicatore di corde, degli U2. Continua a leggere

SAVOY | Whalebone

In un post precedente sui Savoy (Rain | Isotope) avevo già minacciato che sarei ritornato a parlarne con un altro frammento.
Ecco quindi “Whalebone”, colonna sonora del film Hawaii Oslo, probabilmente il miglior esempio della teoria dei frammenti, inaugurata con questo blog… oddio, più che una teoria universale è un fatto personale (e perdonate se qui ripeterò cose già lette su ‘perchè frammenti’ ma è necessario per tutto ciò che viene dopo): è un minimo comune denominatore della quasi totalità dei brani che amo, seppure con modi e intensità diverse, e che mi porto appresso per anni; quella piccola porzione di note che producono una reazione ‘chimica’ che fa scattare l’innamoramento, e in virtù di questo, mi porta a considerare e/o rivalutare il resto del pezzo.

Whalebone la potrei ascoltare per ore perchè affascinante e struggente.
Aggiungo anzi che potrei ascoltarne per ore l’inciso, sopportandone per ore le strofe. Continua a leggere

SAVOY | Rain + Isotope

Alzi la mano (Lasci un commento) chi conosce i SAVOY.

Nessuno? E’ un peccato.

Arrivai a loro più di 10 anni fa nel bel mezzo della fase dell’innamoramento sfrenato per “OK computer” quando, cercando sulla rete notizie relative ai Radiohead, mi imbattei nella recensione dell’album “Lackluster me” di questa band sconosciuta che veniva associata a Thom Yorke e soci per la particolare costruzione dei brani, spesso dolenti, pieni di accordi ‘obliqui’ e scelte armoniche inusuali.

Già volevo saperne di più. Continua a leggere