Come mai Adele fa piangere

Segnalatomi da un amico (oiraM – nome in codice – che ringrazio) adepto di SoloFrammenti , riporto un estratto da un articolo del Post, a sua volta ripreso dal Wall Street Journal, in cui viene analizzata Someone Like You di Adele per le già note proprietà coadiuvanti  all’apertura delle dighe del pianto.

«….Quando la musica esce dall’andamento previsto  il nostro sistema nervoso, già molto coinvolto, si allerta; aumenta il battito cardiaco e cominciamo a sudare.

La musica che suscita forti emozioni, secondo uno studio condotto da un team di neuroscienziati alla McGill University, rilascia dopamine nell’area del cervello con cui percepiamo il piacere, un po’ come il cibo, le droghe o il sesso. Siamo quindi portati a ripetere l’esperienza: più emozioni ci suscita una canzone, siano queste felici o tristi, più desideriamo ascoltarla. Per questo Someone Like You è una canzone così popolare.….»

La teoria esposta riprende l’idea dei frammenti (o dovremmo dire la ruba 😉 ), in particolare sul fatto che sia la repentina uscita dai binari di un passaggio che accende, provoca l’emozione e tutto il resto di mirabolanti sensazioni che ne vuoi sempre di più (drogati, sessuomani, cibolatri!).
Tutte cose già scritte qui da noi, addirittura dallo scorso settembre, in una miriade di scritti superbi e saccenti senza risparmio di spazio alcuno, quindi acquistabili  in volumi rilegati a brossura.

Il fatto che quelle quattro congiunzioni, con cui ci giochiamo il sabato chiusi nelle nostre minuscole stanze con mano del mouse resa insensibile dal freddo, siano il lavoro di neurosceinziati pagati in dollari  e che si giunga poi a conclusioni simili è senza dubbio importante una bella cifra per le nostre vuote e insignificanti esistenze (parlo per me ma, of course, anche di Valeria – vedi? non ti ho dimenticata! 😉 ) e, se riuscirò a spegnere il TG4 e risvegliarli dall’ipnosi, ne farò di certo l’argomento principale di conversazione alla  prossima via crucis (pranzo domenicale) con nonni e zii, con un’arringa finto-improvvisata sull’importanza dei Frammenti musicali.

Sull’onda di questo successo, potrei anche dire e pensareche fighi che siamo“, ma non lo dirò
Gustatevi invece il bell’articolo del Post e, soprattutto, il video di Saturday Night Live a conferma della teoria.

Ma attenzione, è così divertente che potreste svenire dalle risate. Non fate il mio stesso errore guardandolo in ufficio o in situazioni in cui si debba mantenere anche un minimo di dignità.

http://www.ilpost.it/2012/02/15/come-mai-adele-fa-piangere/

PS: guarda un po’, Adele è stata in un certo senso la scintilla che ha fatto nascere questo blog. L’abbiamo frammentata due volte nei nipoti di paperino che seguono: QUI e QUA .

14 risposte a “Come mai Adele fa piangere

  1. Ho conosciuto Adele tramite i miei figli… e sono contento che tra tante schifezze riescano ad apprezzare roba (molto) buona…. non mi fa piangere ma riconosco certi “passaggi” di note che sono piazzati lì apposta per scuotere le corde dell’ascoltatore… quando assolo di chitarra e basso a pedali attaccano insieme su “The Cinema Show” (7’30”) io “accuso” il colpo, come nell’assolo di chitarra all’inizio (2’25”) di “Shine On You Crazy Diamond” quando le tastiere “sotto” cambiano intonazione… we’re only human.

  2. Pingback: SUZANNE VEGA | In Liverpool | Solo Frammenti

  3. E’ un commento poco pertinente, il mio, lo so.
    Volevo solo dire che il ragazzo della foto di questo post è STRAFICO.

    Detto questo, vado a leggermi il post del Post. Penso comunque che le parole di una canzone contribuiscano in modo sostanziale a scatenare emozioni: nel caso di SLY personalmente mi si accappona la pelle già al “Nevermind, I’ll find someone like you” con quel nevermind che è un po’ sfida disperata e moto d’orgoglio ma che trasuda voglia di piangere. Il resto te lo risparmio, sono troppo psicolabile in questi giorni.
    Stefi

  4. Pingback: UNBELIEVABLE TRUTH | A Name | Solo Frammenti

    • Finalmente una voce fuori dal coro!!
      Io sono un pochino più sostenitore di Adele rispetto a te e, anche se Someone like you non è certo la mia preferita tra le sue cose, la ascolto volentieri.
      Sulla necessità o meno delle parole sono d’accordo che non siano strettamente necessarie per emozionarsi. L’esempio è un po’ strano e forse un po’ borderline, ma ogni volta, e ormai l’ho fatto mille volte, che ascolto la sigla di The West Wing mi si apre il cuore di patriottismo per un paese che non è il mio e l’impulso è di cantare la melodia con la mano sul cuore (mano sul cuore no, ma la musica la canto sempre con trasporto).
      Sul pezzo che citi (è quello di Wim Mentens, giusto?) non sei il solo a pensarla così, anzi siete un coro sterminato.
      Io, sì, mi piace abbastanza, ma per me sull’autore pesa un macigno da anni, un ‘trauma’ che non sono ancora riuscito a superare. Lo strazio di una cosa ‘tipo 5 cd’ che mi prestò un amico e che cercai di farmi piacere perchè consigliato da un guru musicale (o almeno io a quel tempo così lo consideravo). Ma inutilmente. Li ascoltai tutti e ricordo soprattutto uno dei pezzi emblematici “Insert Coin” e lo posso raccontare anche qui: treminuti di una voce sintetizzata che ripeteva “insert Coin”. Solo questo, circa 30 volte al minuto. In questo caso, l’estrema sottrazione: nessuna musica, messuna parola, non parliamo poi di emozioni.
      Ancora oggi mi chiedo se fosse tutto uno scherzo.
      Ma, con questo tuo reminder, magari oggi tornerò a riscoltarmi “Struggle”, chissà che anch’io gli perdoni il passato e non diventi UNO DI VOI!

      Grazie per la tua visita.
      a.

    • Sottoscrivo: come per gli animali, la musica maltrattata (i cui responsabili restano sempre impuniti) suscita questo tipo di emozioni negli esseri più sensibili. 😉

  5. E’ forse per questo che se mi dicessero che l’unica canzone che posso ascoltare da qua alla fine dei miei giorni è “Exit (music for a film)” dei Radiohead io la prenderei abbastanza bene?

    • …che grandissima canzone questa che hai detto. Uno dei momenti più devastanti (ma di indicibile bellezza) di un album che è tra i miei 5 – ma anche 3 – da portare nell’isola deserta. O su marte, che fa più ‘anni duemila’.

      grazie per essere passata da noi.
      a.

  6. Ma guarda qua cosa mi combini, o dovrei dire combinate, tu e il MISTERIOSISSIMO amico che ti ha fatto la segnalazione! Interessante e sì, perchè no, pure un po’ gratificante per noi due poveri disgraziati (Adele farà piangere, ma pure l’immagine di noi due con la mano intorpidita sul mouse fa tanto rid… volevo dire commuovere. p.s. Ale, che ne dici, accendiamo il riscaldamento la prossima volta?).
    Ho letto l’articolo del Post, che riprende quello del Wall Street Journal (che riprende il nostro blog :-)) e… lo so, lo so, sono una brutta persona, ma non posso fare a meno di ridere leggendo che le canzoni strappa lacrime funzionano per merito dell’appoggiatura (ah ah ah…).
    Scusate, mi ricompongo e rispondo a 40enonsentirli e a tutta la popolazione del Pianeta Terra: tutti ci consumiamo gli occhi con Someone like you, la nostra fortuna è che sia diventata talmente famosa che gli ascolti ripetuti (e ripetuti e ripetuti) ne hanno un po’ indebolito l’impatto.
    E cmq guarda un po’, hanno spiegato anche questo… Magari la prossima volta ci spiegheranno perchè in Parlamento vengono eletti certi personaggi … ma sta a vedere che anche in questo caso c’entrerà “l’appoggiatura”.
    Kiss kiss bang bang

Esprimiti! Lascia un Commento