SAVOY | Whalebone

In un post precedente sui Savoy (Rain | Isotope) avevo già minacciato che sarei ritornato a parlarne con un altro frammento.
Ecco quindi “Whalebone”, colonna sonora del film Hawaii Oslo, probabilmente il miglior esempio della teoria dei frammenti, inaugurata con questo blog… oddio, più che una teoria universale è un fatto personale (e perdonate se qui ripeterò cose già lette su ‘perchè frammenti’ ma è necessario per tutto ciò che viene dopo): è un minimo comune denominatore della quasi totalità dei brani che amo, seppure con modi e intensità diverse, e che mi porto appresso per anni; quella piccola porzione di note che producono una reazione ‘chimica’ che fa scattare l’innamoramento, e in virtù di questo, mi porta a considerare e/o rivalutare il resto del pezzo.

Whalebone la potrei ascoltare per ore perchè affascinante e struggente.
Aggiungo anzi che potrei ascoltarne per ore l’inciso, sopportandone per ore le strofe. Continua a leggere

SAVOY | Rain + Isotope

Alzi la mano (Lasci un commento) chi conosce i SAVOY.

Nessuno? E’ un peccato.

Arrivai a loro più di 10 anni fa nel bel mezzo della fase dell’innamoramento sfrenato per “OK computer” quando, cercando sulla rete notizie relative ai Radiohead, mi imbattei nella recensione dell’album “Lackluster me” di questa band sconosciuta che veniva associata a Thom Yorke e soci per la particolare costruzione dei brani, spesso dolenti, pieni di accordi ‘obliqui’ e scelte armoniche inusuali.

Già volevo saperne di più. Continua a leggere