GIRLS IN HAWAII | Bees And Butterflies

000193Eccola, finalmente, la mia ‘big thing’ personale.
I nuovi sacerdoti, come li ha definiti Valeria, sono la prova della mia monotematicità musicale degli ultimi 5 mesi.

Grandi sorprese, deragliamenti musicali? Beh, il post precedente era un tentativo di spiazzare chi (del condominio) si aspetta dai miei ‘carichi pesanti’ il solito mood malinconico.

Ma, ahimè, le Api e farfalle cattive sono solo una prima versione di “Bees and Butterflies” (che a me piace comunque molto) surclassata in bellezza dalla versione acustica ufficiale con gli occhi bassi e il solito mood…abbattuto dei miei frammenti.

Non immalinconitevi! L’importante è che, di qualunque opinione siate, non perdiate il milligrammo dell’interesse che vi ha portato qui e che proseguiate nel leggere la Santa Messa.

L’ANTEFATTO
Primi di Novembre. Cappotto e Malinconia. Arpeggio di chitarra.
I Girls in Hawaii mi arrivano come una fucilata, e li scopro con 10 anni e due settimane di ritardo.
Soprattutto le due settimane mi bruciano da morire, perchè solo pochi giorni prima per 15 euro li avrei potuti venerare a Padova, invece di rincorrerli  (Milano, 10 aprile [sono già impegnato, “ma dirlo prima?”], 5 luglio a Genova, mille ore di treno) nel loro tour italiano a spizzichi e bocconi che sembra inesorabilmente diretto verso ovest  :-/.

Bees and Butterflies è il primo pezzo che ho ascoltato e, folgorato come poche altre volte così intensamente,  ho sperato tanto che il resto fosse all’altezza.
Anzi quasi avevo timore di procedere nell’ascolto, perchè non sparisse la bella sensazione di aver finalmente trovato il bar con il caffè più buono, tostato da un gruppo di appassionati entusiasti e squinternati che abitano ‘lì dietro’, slegati da qualsiasi logica di brand, commerciale, persino carenti di buon senso. Ma il caffè…il loro è il migliore.

Informazione fondamentale: il caffè migliore lo trovai a Bologna qualcosa come 6 anni fa, in un baretto niente di che, vicino all’Imperial Store. Il secondo migliore invece fu lo scorso inverno a Perugia in un curioso bar/salumeria e, manifestato il mio entusiasmo senza ritegno, arrivai – sono certo – a toccare il cuore del barista che per un attimo mi sembrò prendesse dalla tasca un astuccio che poteva contenere un anello. Non volendo rovinargli la giornata (o la vita, dipende dalla risposta) pagai in fretta e furia e infilai la porta.

Tornando alle Ragazze hawaiane, un tiepido inverno e tantissimi caffè di qualità seguirono il primo.

L’APPARENZA INGANNA
Dicevo prima “lontani da logiche di brand, commerciali, marketing, buon senso”….. i Girls in Hawaii sono dei pazzi: pare ci sia dell’impegno nel sembrare anonimi e in effetti l’obbiettivo è centrato: a prima vista sembrano per niente interessanti, per questi motivi:

– GIRLS (invece no: non sono ragazze, bensì band completamente maschile !!!)
[in questo punto ho calcolato che perderò l’attenzione di chi era arrivato qui cercando qualcosa sulla reunion delle Spice Girls o l’età delle Bananarama]

– IN HAWAII (invece no: non sono hawaiani, nè – dalla musica che suonano – credo là ci siano mai stati o ci vogliano andare). Sono Belgi. DAL BELGIO!!!!
[in questo punto perdiamo chi era arrivato qui googlando Israel Kamakawiwo’ole (??!!!?!) Ti assicuro che non sai pronunciarne il nome, ma lo conosci già: guarda qui].

Se Johnson Greevax non avesse pubblicato già un post su OZARK HENRY, e c’era una possibilità su un miliardo che accadesse, nessuno avrebbe saputo ancora dell’esistenza di una vita musicale belga e io sarei stato il primo a portare la notizia, credo con un esordio tipo “ma quando mai il belgio ha avuto qualcosa da bere, da mangiare, da guidare, da vedere, da ascoltare ?
Ora tutti vi metterete a pensare e qualcosa troverete, per il solo puro spirito di contraddizione.
E va bene, comincio io con “i Deus sono belgi” ma vi invito a scriverne altri (NOTA BENE: la regina Paola è italiana, quindi importata, le triangolazioni non valgono….) mentre prometto che difenderò il Belgio da questo assurdo luogo comune. E lo farò, a gran voce, prima di dimenticarmene del tutto.

– DA QUI A LI’: From here to there, il titolo del loro primo album, che fa di tutto per dare l’impressione di una lavoro dello spessore di un tovagliolo, a partire dall’originale copertina presa quasi direttamente dallo sfondo di default di Windows XP.

Tutti questi elementi sono  ideali per costruire la mappa dei vicoli ciechi di un labirinto ‘di siepi’ in un parco divertimenti, ma risultano quantomeno curiosi quando applicati a un progetto musicale dei nostri anni, tempi velocissimi in cui tu artista hai un solo colpo in canna e devi trovare ampi riscontri nel più breve tempo possibile (pena, torni a fare il grigio lavoro che facevi prima, o trovartene uno).

Ma facciamo finta di tornare negli anni 80 quando l’immagine contava già tantissimo, ma la musica ‘dietro’ c’era sempre. Quasi sempre.

SONO I MIEI NUOVI SACERDOTI. PERCHE’
Perchè le ragazze sono brave, brave, brave. Proprio brave. Bravi ragazzi.

Nonostante in patria siano piuttosto conosciuti, i “Girls” non andranno mai, credo, così in alto in classifica a infastidire Katy Perry.
Per carità, io e loro siamo già una cosa sola quindi non credo di far testo, ma non hanno la canzone killer che faccia risvegliare un narcolettico, trasversale da far prendere per mano un rapper e un incravattato per fare la ola.
Nulla di tutto questo, forget it! [e qui perdiamo i rapper, i bancari ‘quelli convinti’ e  gli assicuratori].

Ma ormai, dai!!! Stiamo ancora cercando solo quantità, gusti forti e sparati? E Masterchef non ci ha insegnato nulla? C’è Cracco che fa le pause a effetto anche dicendo “pollo…arrosto”-  perchè si parla di roba alta, arte, raffinatezze paradisiache – poi in un’ora devi fare un piatto pazzesco che ti fa sudare come un anno di lavoro. Ma nell’impiattamento devi metterne un diciottesimo di quello che hai in pentola, perchè altrimenti non è fine e ti massacrano perchè hai portato un ‘mappazzone’.

Cercando una similitudine tra cucina e musica, voglio forzare la mano e pensare che l’attuale interesse per gli chef superstar sia un segnale di evoluzione – che per la musica equivale a un ritorno al passato – in cui si possano valutare anche proposte più elaborate e raffinate.

Ecco, i ‘Girls’ sono cucina di alto livello, ma non nel senso che paghi tanto e te ne vai con fame (questo forse solo un po’) ma perchè alternano pezzi minimal autunnali ad altri più succulenti, composizioni stratificate ma con ritornelli di buon respiro, da canticchiare mentalmente durante il giorno o a squarciagola in auto sparati ai….40 all’ora (le code..)

Ci sono tante cose che mi sono piaciute da subito nella loro musica e una di queste è la bellezza dei tanti passaggi strumentali: l’80% dei brani ce ne ha uno, e spesso sono elaborati, elegantissimi e moderni, che mi riportano alla mente la statura dei Dire Straits in pezzi come Romeo and Juliet, Tunnel of Love, Where do you think you’re going, Telegraph road.

Ma è l’anima, la costruzione dei brani che è molto convincente, che pare uniforme ma in realtà ogni brano è profondamente diverso. Lì ci trovo mille sapori, con impiattamenti impeccabili, ed è un brivido dietro l’altro, che mi rimanda all’origine dei miei frammenti preferiti, inglesi e norvegesi non importa (Radiohead, A-ha | Scoundrel Days, Savoy | Whalebone e ancora A-ha | Butterfly qui e Savoy | Rain-Isotope qui). Chi invece ne sa di più – ho cercato in rete – cita spesso i Grandaddy come prima influenza della band (ho ascoltato poco finora….interessanti!!) e Belle and Sebastian (è vero, ma le Girls sono meglio).

Tutto splendido o c’è qualcosa che non mi piace?
La voce. Gnè! Funzionale ai brani, talvolta molto buona nell’economia di un pezzo, ma fosse stato solo per il cantante (che poi, le voci sono uguali, ma sono in due a cantare, mi pare di capire) allora non saremmo qui a parlare della riabilitazione del Belgio.
Tutto sommato è una fortuna, perchè ci fosse stata pure un’ugola d’oro mi sarei coperto di ridicolo indelebile per quelle foto su facebook in cui leccavo il cd.

ALBUM
Tre album, l’ultimo Everest del settembre scorso, forse il più carico di malinconia (è il primo disco dopo la perdita del batterista Denis Wielemans in un incidente d’auto), Plan your escape (2008) e From here to there (2003).
Dei tre non saprei quale preferire, credo di poter dire senza sbagliarmi che non esista una sola canzone che proprio non mi piaccia.
La rece è incentrata su Bees.. del primo album ma anche solo lì ci sono almeno sei i brani notevoli di cui non posso tacere le bellezze.
Alla fine mi toccherà allegare frammenti di più canzoni, anche dagli album seguenti (tanto già qui mi sono già allungato oltre ogni previsione).

La cifra su cui si muovono tutti i pezzi è presto detta: malinconia di fondo, giri armonici non scontati, linee melodiche catchy e imprevedibili allo stesso tempo (ma pussa via i Coldplayismi e i loro cori da stadio) e, fenomenale e stratificato uso delle chitarre.
Ingredienti spesso di alta qualità a servizio di brani costruiti in modo diverso – da pezzi granitici a melodie timide quasi appena abbozzate – e non so come, ma vi assicuro che funziona, funziona tutto veramente bene (fidatevi, da novembre sono stati la parte bella delle mie giornate di lavoro) e ascolto dopo ascolto, lentamente, come il the verde che prima non ti piace e ci metti lo zucchero poi ti abitui ed è buonissimo anche senza, le canzoni cresceranno e ogni volta vi dispiacerà arrivare alla fine dell’album.

LIVE
I live delle ragazze hawaiane sono molto più energici dei lavori in studio (un dettaglio che mi ha incuriosito parecchio anche sui Sigur Ros – anche loro nel mio ‘piano concerti’ del 2014 – che dal vivo pare siano devastanti, potentissimi, un’altra storia rispetto alle atmosfere ‘trattenute’ degli album) con 4 chitarristi al lavoro contemporaneamente. Sì, però, uffa, Genova è lontanissima, avrò voglia di andare fino a là?

IL FRAMMENTO

Bees and Butterflies (Altre canzoni sarebbero state più rappresentative, ma ho scelto di mantenere “Bees..” perchè senza di essa non sarebbe scattato il colpo di fulmine….forse)
Ma come si fa a non restare ipnotizzati dall’arpeggio iniziale? Per me, impossibile, e guai a voi se non la ascoltate con attenzione. E comunque tutta la canzone, piena zeppa di punti sospesi, viaggia su livelli di assoluta perfezione emotiva. Il frammento riprende i miei sospiri al primo ascolto – la nota “high” [punto di ascolto 00.06] e il ritornello “Sorry for it” [00.21] ma adoro ogni micro nota, e anche il finale con i flauti mi fa reinnamorare ogni volta….non potrei sopportare che a qualcuno di voi non piacesse più di ‘un mucchio’.

LINK AL BRANO COMPLETO


I
FRAMMENTI DI “FROM HERE TO THERE”

Flavour
Canzone con quasi nulla ‘di scritto’, annacquatissima. Strofe e ritornelli ci sono, i conti tornano quindi, ed è interessante perchè costruita su quasi un solo accordo (perchè in realtà sono due), praticamente una jam session con le chitarre che improvvisano… ma perchè analizzare i singoli ingredienti? Qui è tutto impalpabile, una sorta di cucina molecolare oppure, avete presente quell’acqua minerale aromatizzata al limone? Ecco, siamo da quelle parti. Però, buonissima!

Time to Forget the Winter
Il frammento è il ritornello, credo uno dei più stile-Radiohead (i primi, acerbi ma già bravi, del periodo di The Bends, sentite le chitarre, uguali), cantabilissimo, voce distorta….Dio, ma c’è qualcosa che non mi piaccia in questo pezzo?

Organeum
Sussurata nella strofa, partenza miagolata nel ritornello (I was quiet fine, lost and wasting my time), anche questo un acquerello che forse non sarà un picasso ma mi fa commuovere.

FRAMMENTI SECONDO ALBUM “PLAN YOUR ESCAPE”

This farm will end up in fire
Canzone di apertura del secondo disco, si aspetta fino quasi alla fine per arrivare al primo e unico ritornello. Che è una piccola esplosione. Poi ripetizioni, con piccole variazioni, fino alla fine. Delizioso.

Road to Luna
Strumentale piuttosto tirato, non so spiegare il perchè, ma mi piace molto. Suona così bene che mi accontenterei di conoscere e fare due parole anche con la cognata o il vicino di casa di chi ha fatto il mix di questo brano.

Birthday Call
Sotto tortura e dovendo sceglierne solo uno, probabilmente il mio pezzo preferito dell’album sarebbe questo. Il frammento è centrato sulla prima parte del ritornello GRANDIOSO E OBLIQUISSIMO!!!!! con echi di Depeche Mode [viva i Depeche Mode].
Prima parte, perchè ce ne sono tipo tre di seguito, diverse e in crescendo. Cioè, il frammento dovrebbe essere tutta la canzone, cosa volete che vi dica, è così, sono anch’io in confusione.

FRAMMENTI DEL TERZO ALBUM “EVEREST”

Misses
Uscito come singolo (suicida) atipico, con lunghe parti strumentali ariose. Una canzoncina a prima vista, un ritornello piccolino che arriverà solo all’ultimo, con la ripetizione ossessiva di “I miss you”. In realtà un gioiellino di eleganza. Mi piace sempre da impazzire il loro suono. Di questo disco in particolare.
[impossibile trovare un frammento compiuto di questo pezzo. Ascoltatelo pure, ma la canzone, questa, bisogna ascoltarla per intero]

Switzerland
Non potevano intitolarla Belgium? Allora è vero che del loro paese c’è poco da dire, lo sanno pure loro!!
Fino a metà canzone tutto bene, ma è solo una preparazione a…l’altra metà, che alterna parti cantate a sublimi momenti strumentali.

 

CONCLUSIONE
Che dire, ragazzi, ho scritto millenovecentosettantacinque parole finora ed è una roba folle, neppure sana e non so se ci sia spazio nei server di wordpress per queste altre duecento per la chiusura. A mia parziale discolpa dirò che sapevo già che non sarei stato breve, c’era così tanta carne al fuoco che pure dopo questo mappazzone sento di avere ancora pensieri inespressi.

Tornerò alla normalità nei prossimi articoli, che tentando l’autolimitazione auspico saranno a volume singolo.

Quanto a voi, fatevi tentare dai Girls in Hawaii e date loro più di una possibilità, potrebbero sorprendervi.
E commentate, in positivo, in negativo, le vostre impressioni, sono curioso di sentirepareri obbiettivi.
Certo, se li farete a pezzi un po’ mi dispiacerà, ma non mi sposterò di un millimetro dalle mie convinzioni e continuerò a pensare che siano ragazze bellissime.

5+5+5 stelle

 

 

 

 

 

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18 risposte a “GIRLS IN HAWAII | Bees And Butterflies

  1. Pingback: GIRLS IN HAWAII + LE CONSEGUENZE | Solo Frammenti

  2. Dopo una settimana di studio “matto e disperatissimo” con ascolto concentrato, esclusivo e aggiungo pure “poco sano” dei Girls in Hawaii urlo pure io al miracolo, solo per i primi due dischi però. Il terzo una lagna praticamente insopportabile. Mia personale, non richiesta e quindi fornita ancor più volentieri, hit personale:
    FROM HERE TO THERE
    3. Time to forgive the winter 8,0
    4. Casper 9,5
    9. Flavor 9,5
    10. Organeum 9,0
    11. Bees and butterflies 8,0
    12. Catwalk 9,0
    PLAN YOUR ESCAPE
    03. Bored 9,0
    05. Shades of time 8,0
    06. Fields of Gold 9,0
    08. Grasshopper 8,0
    13. Summer Storm 8,0
    14. Plan your escape 8,5
    Da notare che i brani che non compaiono non sono insufficienti, ma non hanno superato lo sbarramento dell’otto (no cotiche).
    Bene, bravo Ale. Adesso andiamo a disintossicarci in due, magari ci fanno lo sconto (ho sentito che per curarti da ossessione musicale ti chiudono in una stanza in cui passa ininterrottaemente Gigi d’Alessio, pare che dopo non sopporti più di sentir parlare di riproduzione musicale per almeno 6 mesi … dai in due ce la facciamo. E ce la facciamo pure ad andare a Genova!).

    • Con ritardo immeritato (l’endorsement universale completo di voti altissimi meritava ben altri tempi di feedback) eccomi a felicitarmi, tanto e pure tantissimo, per la tua diligenza e la costanza nel radiografare la produzione delle ragazze.
      Ribadisco la mia sorpresa, perchè non ero per nulla sicuro del tuo parere positivo, ma è allora evidente che la scrittura dei loro pezzi abbia una marcia in più, lascia stare la voce, lascia stare che il mood è tutta una sfiga dietro l’altra…..SONO FORTI!!!

      EVEREST, che ti annoia a morte, in realtà aspetterei a buttarlo: a parte switzerland, di cui ho già parlato, ci sono altre cosette ‘gregarie’ forse, ma che non sfigurano rispetto ai due album.
      Ma è un dettaglio. Bene, benissimo, veramente soddisfatto!!!

      E sembra anche che tutto vada ora per il verso giusto, che la buona stella ci abbia finalmente notati? Perchè ho dato un’occhiata al serbatoio della mia auto e pare che ci sia abbastanza benzina per arrivare fino a Genova. Appurato questo, non vedo altri ostacoli per presenziare al concerto del 5 luglio. (portati il K-way, è all’aperto).
      YEEEEEEE!

  3. Allora, come promesso, ecco il mio commento su questi Girls in Hawaii.

    Premetto che, purtroppo, non sono riuscito ad effettuare un ascolto approfondito e attento come avrei voluto di tutti e tre gli album, ma comunque almeno tutti i frammenti suggeriti sono riuscito ad ascoltarli.

    Sicuramente da un punto di vista musicale sono molto interessanti ed hanno un sacco di quelle idee che Alex definisce “oblique”, quindi su questo fronte tutto bene. Però c’è un problema che, per quanto mi riguarda, risulta decisamente centrale, ovvero l’aspetto vocale (questione che anche Alex evidenzia). Come ho sicuramente già detto in diverse occasioni, la voce del/della cantante è una delle cose che più di tutte mi colpiscono e mi fanno apprezzare (o no) un brano musicale e, sotto questo profilo, i Girls in Hawaii sono decisamente poco “affascinanti”.
    Spero che Alex non se la prenda, ma il paragone più immediato che mi è venuto in mente è con i nostrani Zero Assoluto (che non sono proprio al vertice delle mie personali classifiche di gradimento). D’altronde lui ebbe a dire una volta che Brian Johnson degli AC/DC gli ricordava Paperino, quindi spero che capirà 😉

    Entrando sui singoli frammenti/brani, sicuramente mi piacciono molto di più quelli tratti dal primo album (che, in tutta onestà è anche quello che ho avuto modo di ascoltare meglio) e proprio Bees and Butterflies è probabilmente quella che preferisco, ma sono molto belle anche Flavor e Time to Forget the Winter. Invece, per il momento, non mi hanno entusiasmato i 3 pezzi del secondo album, mentre sembrano di nuovo interessanti quelli del terzo. Insomma, dovendo dare un giudizio complessivo, non posso dire di poterli considerare i miei nuovi sacerdoti e mi devo fermare alle 4 stelle.
    Non escludo comunque che ripetendo l’ascolto (cosa che sicuramente farò), il fascino di questi belgi possa ammaliare anche me.

    Chiudo con due note che esulano dall’aspetto musicale, ma assolutamente dovute in relazione al post: in primo luogo ODIO i talent/reality incentrati sul mondo della cucina, una delle cose che reputo più inutili nel palinsesto televisivo! Un talent show sulla musica/danza/recitazione, che uno apprezzi o meno la conduzione, i giudici, le polemiche o quant’altro, almeno consente alla gente a casa di valutare le capacità di un cantante/ballerino/attore che si esibisce, ma la cucina è una cosa che (almeno io) valuto fondamentalmente in base a sapori e odori, due cose impossibili da cogliere in TV, quindi che senso ha guardare un programma del genere?
    In secondo luogo voglio spezzare una lancia anche io in favore del Belgio, paese che fra le altre cose produce ottime birre e cioccolato, è la patria di Hercule Poirot e Eddy Merckx, ma soprattutto ha dato i natali a Jean Claude Van Damme, quindi come si potrebbe parlarne male? (che poi magari Van Damme viene a saperlo e te lo ritrovi sotto casa che vuole capire cosa hai contro il Belgio…)

    • Marco, la bordata sugli Zero Assoluto non me l’aspettavo (la vendetta è un piatto che si serve freddo, dopo ben 3 anni per quella parolina sugli AC DC? 😉 ), ma naturalmente capisco bene il significato e, tecnicamente, lo condivido in toto.
      Tanto più che nella song rivelatrice (Bees) ci sono anche dei momenti fastidiosi – note non centrate perfettamente, calanti….roba da peli dritti – che ora sono diventate un tutt’uno con la canzone – quindi va bene così – ma non è affatto un risultato scontato per come sono fatto io.
      Una nota non centrata, una stonatura, sono per me la stessa cosa delle ‘unghie sulla lavagna’, esperienza che in italia solo una minoranza di bambini può fortunatamente ignorare (rarissime lavagne multimediali) quasi peggio di bestemmiare in chiesa (leopoldo Mastelloni) o mettere la scarpa di un marrone, mmmhhh, che non è proprio quello giusto (altri personaggi, non televisivi, diciamo, femminili).
      Quindi, 2 ore di similitudini per dire che, SE VUOI CE LA PUOI FARE. Se ci sono riuscito io allora via libera per tutti. Il merito, mi ripeto ancora, sta nella forza delle canzoni, il mix di arrangiamenti, composizione, e anche la voce ha probabilmente il suo perchè: così dimessa che quasi sembra che il cantante passasse lì per caso (audizione del venerdì?) che, boh…. chissà come sarebbero cantate da altri, per esempio Bono [ma a chi la sto raccontando, sarebbero magnifiche].
      Ma anche in questo caso intravvedo similitudini con i Radiohead. La voce di Thom Yorke è ‘quella che è’ e, anche se usata con una personalità sfolgorante, a volte tra miagolio e cigolio non saprei quale scegliere.

      Ma tu fai bene a essere prudente (anche su Van Damme, inutile correre rischi, anzi metto le mani avanti anch’io, viva tutti i culturisti belgi) e questa può essere una chance in più per me, d’altra parte mica c’è posto per tutti ai loro concerti, tipo quello di Genova dove potrei andarci con Valeria.

      Magari sull’argomento ci possiamo aggiornare, anche le Girls ti ‘arrivano dopo’ anche se non certo con i tempi della tua portata degli Zero Assoluto….. 😉 e, ma guarda un po’, non voglio certo leggere nel futuro, ma presto o tardi farai i conti con queste musichine cantate da uno preso a caso e te le troverai lì, sottopelle, come la vocine dei tuoi bambini (guai a stare senza).

      [dissento invece fortemente su masterchef – solo lui, il resto semplicemente non esiste – e dato che con quei tempi io riesco solo a scaldare il latte col microonde, più che talent lo definirei un thriller culinario imperdibile. ]

      E adesso, torno alle ragazze (Birthday Call)

    • Alex, ti prego di credere che la bordata sugli Zero Assoluto non era una vendetta per i tuoi commenti su Brian Johnson (tanto più che quello era un post di Valeria), ma semplicemente una associazione di idee che mi è venuta ascoltando la voce del/i cantente/i 🙂
      Per il resto ti garantisco che alle Ragazze darò sicuramente più di una occasione per farmi cambiare idea perché effettivamente ci sono senza dubbio delle canzoni interessanti nel loro repertorio anche se per ora confermo che non sono stato folgorato dal loro ascolto e quindi, sebbene Genova sia molto più vicina a casa mia che a casa vostra, per ora non penso che vi terrò compagnia al concerto, ma vi auguro invece di andarci e godervi a pieno l’evento.

      Certo che la coincidenza sui due frammenti belgi di questi ultimi mesi (Girls in Hawaii e Ozark Henry) è comunque qualcosa di notevole…

    • Ma come, Johnson, ti tiri indietro?
      Avevamo la possibilità di appassionare i nostri follower con una saga campanilista (contro Valeria, perchè io e te, è evidente dai nostri post, siamo dalla parte del Belgio) o “maschi contro femmine”, “ugole d’oro contro afoni” combattuta a colpi di post.

      E teniamolo alto l’interesse sui frammenti, azzuffiamoci!
      Comincio io allora: il mio prossimo post su cui aspetto un commento sarà una puntata intera di masterchef!

      [sì, vabbè, non ci riesco….restiamo amici, meglio]

    • Ale, ti segnalo un refuso: il titolo dell’album è “From here to nowhere”, ritiro il mio battutone … di sicuro la strada è troppa per arrivare fino al nulla (o sono già là… mumble mumble dubbione amletico).
      Comincio a sbilanciarmi dicendo che codesto, dei tre, è l’album che A ME MI garba di più.
      Bello, bello, bello.

    • No Valeria, nonostante “qui e là” lo si trovi storpiato, ti assicuro che la strada da fare è molta di meno. Da qui a lì, appunto.

      Chiaro che ‘da qui al nulla’ è un bel po’ più intrigante, molto più centrato anche, ma probabilmente troppo “strategia, marketing, bissness” per non essere scartato dalle ragazze con le collane di fiori.

  4. Sono pronta per commentare? No, non credo, perchè un lavoro così di fino non l’ho mai fatto (Johnson sì sempre, ma io no mai). Fatto sta che sto ascoltando le Ragazze in tutti i buchi liberi da sabato, ho compiuto perfino il gesto ESTREMO di caricarli sull’MP3 di mio figlio (requisito per cause di forza maggiore) per ascoltarli anche la sera fino ad addormentarmi. Ora, per il mio solito piccolissimo vizio che mi porta ad ascoltare una canzone che mi piace all’infinito, la conoscenza totale degli album è lungi da venire ma io una cosa sola vorrei saere qui e ora: ma dov’è il farmmento di Casper (da From here to there)?
    Prendo nota con il dovuto dispiacere che manca…
    Il tuo post mi piace molto, anche per il motivo che di solito ti viene rimproverato: la lunghezza. Una bella lunghezza, piena di contenuti e di passione….. Avercene sempre (e invece no, e lo sappiamo tutti). Lo stile ormai inconfondbile, con perle di umorismo disseminate qua e là quasi come portate a caso dal vento, e sempre tanta preparazione musicale. La stessa di cui avrei dovuto aver bisogno venerdì scorso e invece … no (vaffanculo e merda).
    Ah che bello conoscerti, e zero ironia in queste quattro parole.
    Dopo Lana Del Rey nessuno mai mi piacque così tanto, nemmeno gli Arcade Fire che pure mi piacquero parecchio e vennero ascoltati con insistenza.
    In giornata proseguirò negli ascolti, propinandoli pure alle mie compagne di banco, che già mi sembrano parecchio prese….
    Eh bravo il nostro Ale, che ha piazzato il colpo gobbo, ed in soli cinque mesi.
    15 Stelle per me: 5 alle Ragazze di Honolulu, 5 all’autore sempre all’altezza malgrado la fatica di vivere, 5 alla lunghezza del post (tiè …. ho voglia di attaccare rogna con qualcuno? …. chi? io?).

    • Effettivamente hai ragione, anche Casper è un bel pezzo, cosa che mi porta a confermare il fatto che il primo album mi sembra più interessante dei successivi.
      Mi spiace invece che, almeno da quel che mi pare ci capire, l’audizione di venerdì non sia andata come speravi… ma comunque, da parte mia, ancora una standing ovation per averci provato 😀

    • Mah, certe cose sono imprevedibili, oppure in effetti lo sei tu per tanti motivi (tipo che venerdì dovevi uscire e poi invece non l’hai fatto, e che venerdì prossimo pensavi di no e invece sì, eh eh)
      Sono contento, ma anche molto sorpreso del tuo endorsement, perchè la versione ‘cattiva’ pre-posta (ah! ah!) era soprattutto per distogliere temporaneamente l’attenzione dalle atmosfere tutt’altro che energetiche del mappazzone che veniva dopo, che non credevo incontrassero così tanto (insomma, rischiavo) e anche la scelta dei frammenti, tra mille indecisioni e con il tentativo di non frammentare anche gli zebedei a quei poveri cristi che sarebbero inciampati nell’articolo, aveva come obiettivo quello di puntare il dito anche sugli episodi più rumorosi.
      “Casper” (qual è? pensa che faccio fatica a riconoscere i titoli, perchè gli album me li ascolto uno dietro l’altro) ci ha rimesso, ma credimi che sulla mia lista di spotify, quella è una delle stelline dei preferiti. La riascolto ora, meravigliosa!! .

      Oppure ti sto dando troppi meriti? Penso che sia tu e invece….. sono solo loro, che li ascolti una volta e ti si appiccicano addosso, spegni tutto e sono ancora lì che ti accompagnano nella tua testa, in auto, sul divano, caricando la lavapiatti.
      A molti artisti basta una canzone così per essere felici. Se è un album, poi, sei baronetto prima della fine della settimana. Qui abbiamo 3 dischi pieni zeppi di note tutte al posto giusto [in più, ho scoperto da poco, un album EVEREST B-Sides, che non sarà martedì prima che me lo ascolti tutto d’un fiato] e la primavera era quasi estate ieri.

      Oops, mi sono per un attimo dimenticato che siamo all’inizio della settimana. Per bilanciare l’immotivata briosità, vado subito ad ascoltarmi Catwalk. Ciao Ragazze.

    • Beh così sorpreso non dovresti esserlo visto che il mio ultimo post era su Elliot Smith. Non è che campo di pane e Megadeth voglio dire.
      Al momento anch’io tendo a prediligere “From here to there”, forse per la mia pigrizia insita che mi fa pensare che non debba poi esserci tutta sta strada da fare “from here to there”. Ah ah ah battutone

    • Ah! Un’altra cosa: non fare la persona senile che dice che Genova è lontana, vai al concerto e falla finita…. se la data dovesse coincidere con un giorno in cui io sarò ancora viva ti accompagno per portarti il deambulatore va bene? Guarda che sono pronta anche al ricatto per farti andare: tipo ho pronto anch’io un malloppone di roba pronto per essere spedito …. se vai a Genova non lo spedisco 🙂

  5. Li sto ascoltando adesso e invece io decido di sbilanciarmi. Mi piacciono due mucchi! Solo io ci sento dentro un po’ di Beach Boys (Sto ascoltando Sun of the sons in questo momento)? Sono una bella scoperta, le canzoni sono tutt’altro che prevedibili, credo che gli darò una possibilità.
    Vorrei però fare delle precisazioni:
    1) il Belgio è un posto bellissimo e così tutti i suoi abitanti! Sono di parte qui ma questa leggenda che il Belgio non ha niente da offrire deve essere sfatata e anch’io mi unisco all’appello per urlarlo a gran voce.
    2) se tu devi andare fino a Genova per sentirli dal vivo io devo andare fino in… Belgio? Ho curiosato tra i loro live passati e ho visto che sono andati a suonare a Roseto degli Abruzzi (?!?) ma non hanno mai toccato la Scandinavia. Che ci fosse un membro della band con una zia Abruzzese? Abbiamo qualche anagrafica in proposito? Questo dubbio mi sta dilaniando…
    Grazie per il post, utile e bello come sempre!

    • bel-gio bel-gio bel-gio bel-gio 😉
      mi fa immensamente piacere questo tuo sbilanciarti in positivo verso le ragazze hawaiane!!
      Certo, guardandola dalla svezia (la tua prospettiva) la data di Genova sembra appena di più di un weekend fuoriporta. Quindi, non vedo perchè non fantasticare, la terrò come una possibilità e prometto che posterò un ‘selfie’ dal concerto!!

      Sono contento di averti contagiato, lo scopo di scrivere qui credo non fosse altro che DIFFONDERE la musica che mi piace e AVERE UN ARGOMENTO di conversazione alle cene (e forse non in quest’ordine 😉 ).

      Questo post, per una serie di problemi di indicizzazione dei tag (non compariva nelle liste) non se l’è filato praticamente nessuno, così le mie speranze di notorietà provinciale locale sono definitivamente tramontate….. ma sai che da quando hai scritto tu non m’importa?
      A qualcuno è servito, sono contento.
      Grazie.

  6. Dopo un post di tale portata e con così tanti frammenti da scoltare e assaporare, mi prendo tutto il week end prima di darti un responso su queste Ragazze…

    Lo so, sono crudele, ma se tu hai avuto bisogno di 5 mesi per goderteli in solitudine, lasciami almeno 2 giorni per ascoltarmi come si deve tutti e 3 gli album e chissà che lunedì non si opti per organizzare insieme un tour del Belgio alla scoperta di qualche altra meraviglia musicale 😉

    • …in Belgio ho mangiato una ‘fondue’ buonissima (potevo aggiungerla tra le cose ‘del belgio’). Preparo la valigia.

      Marco, ascolta tutto, i brani sono TUTTI meritevoli e sono ancora dilaniato per non averli ‘frammentati’ tutti.

      E, mi raccomando, vacci giù pesante col commento, ok? 😉

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