Eccolo, è lui, finalmente è tornato il vate delle congiunzioni, silenzio tutti, vediamo se stavolta ci scappa anche qualche contenuto.
Più o meno queste le entusiastiche reazioni al mio primo post dopo tanto tempo, nei miei sogni: questo momento l’ho immaginato mille volte 😉 e – precipitando nella realtà – nelle chiacchiere dei giornali, nei si dice insistiti, nei provini che mediaset ha programmato a raffica, ho invece vissuto l’altro ‘ritorno’ due miliardi di volte di più dispiacendomi che l’evento Celentano abbia offuscato e vanificato l’effetto del mio calcolato periodo di allontanamento dalle scene. Vabbè, rispettiamo i nonni, perchè senza i nonni non ci sarebbero i nipoti. Continua a leggere
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LAZLO BANE | I’m not Superman
Dunque, le cose sono andate così: avevo chiesto ad Alex una presentazione un po’ in sordina, così, un inciso all’interno del post sul festeggiamento del primo, splendido anno di SoloFrammenti.
Mi aspettavo una cosa come “Ehi, ragazzi, il nostro blog compie un anno, su, let’s party, dài, trenino tutti insieme, A E I O U YYYYYYYmyamigoCharlie” e, poi, giusto un attimo prima dello stage diving, l’annuncio – no, no, troppo solenne, diciamo la comunicazione en passant? – che, ah già, una Stefi avrebbe pubblicato qualche post nel nostro blog, vediamo cosa riesce a combinare, cosa vuoi, dilettanti allo sbaraglio…
Già, perché la competenza e legittimità della scrivente a questo tavolo sono quelle della Minetti al consiglio regionale della Lombardia. Ma non posso vantare lo stesso décolleté, quindi uno potrebbe davvero chiedersi: ma allora perché?!?
AUDIOSLAVE | Like a stone
Eccoli là, beccati! Tutti pronti a dire “Oh, ecco la Stefania”, “Ciao Stef” , “Continua così Stefy” e invece … sono di nuovo io, la Vale.
Purtroppo c’è stato un piccolo intoppo. Vi ricordate tutta la nostra presentazione alla Ste giocata sul discorso “accendere la luce, abbagliare, spegnere la luce”? Ecco, la Stefa (donna con un’enorme autoironia) voleva fare un’entrata in scena mascherata da lampadina, ci ha lavorato giorno e notte… Salvo accorgersi, al momento dell’entrata in scena, che si era preparata un costume da LAMPADINA A INCANDESCENZA. Orrore! Sacrilegio! Fuorilegge! Aita Aita! Insomma, sta cercando di mettersi a norma ma ci vorrà ancora qualche giorno, nel frattempo portate pazienza, rimettete la sveglia un po’ più avanti e leggete sotto (pigri e fatalisti astenersi, non avete bisogno di incentivare la vostra naturale predisposizione all’inazione).
Sembrano passati pochi giorni dacchè vi suggerivo di ascoltare gli Of Monsters and men (che tra l’altro stanno avendo un ottimo successo malgrado il mio post) invece ALLORA eravamo in luglio… e ADESSO … gulp! … siamo a fine settembre. Continua a leggere
DERIVA | Nowhere Land
Ehm…la volta scorsa non sono stato completamente sincero. Ho lasciato intendere che il mio compleanno fosse imminente (imminentissimo) quando invece non lo era.
Roba forte. Grandi rimorsi.
In queste settimane mi sono quindi affiorati strani pensieri sulla correttezza, tipo le scale mobili in Inghilterra dove tutti (gli inglesi) restano a lato per far passare chi ha fretta, l’integrità (bla bla bla…e altre cose che vi risparmierò), e mi sono girato e rigirato nel letto finchè ho deciso di chiarire questa situazione ‘forzaitaliana’ in cui sono stato equivocato a causa di un malinteso e per colpa della stampa malevola.
Ebbene, è oggi.
Peggio, è un altro anniversario del mio 30° compleanno! E non è di quelli facili perchè – ulteriore aggravante – di quelli multipli di cinque, in cui i già predisposti come me non solo fanno il ‘bilancio’ (che quello si fa ogni anno, of course) ma anche la verifica del piano quinquennale appena terminato per, appunto, verificare, prendere la matita rossa e segnare, segnare, segnare.
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OF MONSTERS AND MEN | Little talks
Ah ragazzi… che belli che sono stati i mesi di maggio e giugno.
Maggio allietato (anche se Ale direbbe funestato) dalla mia festa di compleanno. Chi c’era ha saputo oltre ogni ragionevole dubbio che mi sono divertita e commossa in egual misura, e per parecchio tempo mi sono sentita in stato di grazia, ammantata di gratitudine verso la vita che mi ha circondata di così tante belle persone. Qui e ora lascio pubblica testimonianza di affetto ai miei amici, e la canzone che posto oggi è dedicata a loro, per quanto non sia il classicone “L’amico è” di Baldambembo.
Cosa dire di giugno…. In giugno ho incontrato due persone, che mi hanno fatto stare bene in modi diversi ma ugualmente importanti. Il più famoso dei due è Bruce Springsteen, e il suo concerto a S. Siro del 7 giugno 2012 è ormai archiviato nella mia memoria come una delle esperienze più positive e gratificanti della mia vita. Consiglio a chiunque si trascini svogliato e sfiduciato per i corridoi della vita di assistere ad un evento del genere: vi troverete come me (più famosa come cinica depressa che come groupie eccitata) a rilasciare interminabili e mai richiesti resoconti entusiastici sulla performance dell’artista, a passare ore su Youtube a rivedere i filmati girati da quei gran fighi del Pit e in generale ad attaccare bottone anche nella sala d’aspetto del dottore pur di diffondere il verbo “Io c’ero, la prossima volta siici anche tu”. Continua a leggere
ZECCHINO D’ORO | Il Pianeta Grabov
Detesto i compleanni (i miei, tutti).
Non li ho mai festeggiati con leggerezza nè con il giusto grado di importanza (o forse sì?…); nè quelli numeri primi, neanche quelli divisibili per due o quelli di passaggio, figuriamoci la devastazione dei multipli di cinque.
Già l’inizio di quel mese mi infastidisce e mi lascia la sensazione di essere in uno di quei videogiochi in cui ti si chiudono le porte dietro e devi cavartela da solo, senza armi e con sole tre vite.
Che poi nella pratica è solo una, e allora forse è l’idea del miglio verde quella più più calzante: un percorso lungo trenta giorni che ti porta inevitabilmente al giorno dell’esecuzione o, almeno per uno molto poco serial killer come me che la cosa più simile a un essere umano che ho ucciso (seppure più intelligenti di certa gente che vedo in TV) sono le cavallette, più vicino a essa.
Quando non riuscii a non compiere trent’anni l’avvilimento fu tale che, convinto, andavo dicendo che il bambino che era in me era ormai irrimediabilmente… MORTO. Continua a leggere
LANA DEL REY | Born To Die – l’album
Di questa ragazza se ne sono dette “di ogni”, tanto che in questo articolo si potrebbe facilmente finire per parlare di tutto fuorchè della sua musica.
Correrò il rischio.
Lana Del Rey, che ti guarda dalla copertina del cd con il reggiseno rosso sotto alla camicetta bianca trasparente.
Lana del Rey, con le labbra a canotto e i capelli rossi alla Rita hayworth.
LDR (Lana Del Rey) di cui si raccontano frequentazioni recenti con Axl Rose (Guns&Roses) e meno recenti con Marylin Manson (brr). [per i fan di Laura pausini: poteteprocedete oltre, non entrerò nei particolari]
Avrete già tutti un’opinione ben chiara, come l’avevo anch’io. Un altro troione. Continua a leggere
AC/DC | Thunderstruck
Il calendario dice che è arrivata la primavera, e da un bel po’ anche … Io guardo fuori dalla finestra e, chissà come mai, tra un piovasco e una grandinata tendo a dimenticare questo fatto. Anche per questo motivo forse il mio cuore si è sentito in inverno fino ad ora, e con questo post vitaminico vorrei sciogliere definitivamente il sottile strato di ghiaccio che mi ha isolata più a lungo di quanto fosse necessario.
Per fare questa cosa (cacciare il generale inverno, darmi la scossa, archiviare il letargo) è necessaria tanta energia e chi ce l’ha???? Ovviamente si deve andare in prestito: lo sportello della banca virtuale a cui mi sono rivolta questa volta è la Banca AC/DC, con il loro prodotto Thunderstruck, pensato per far rendere al meglio i più che esigui risparmi emotivi delle persone per le quali è stato studiato.
So che il contrasto con il vicino di casa Pacifico (di cui mi sono comunque invaghita tanto da desiderarne l’ultimo album) non potrebbe essere più stridente. So pure che Alessandro esulterà per questo mio irrompere nella strada delle scelte musicali con gli anfibi chiodati, lo sento già affilare le lame … e io sono comunque felice di scoprire il fianco (vacci piano però, che non è più così foderato :-)). Anzi, in un rigurgito di autostima, considero più una virtù che un difetto non temere il giudizio altrui, e poter mostrare il mio lato più ruspante, smettendo (con sollievo?) la maschera della principessa inappetente, il cui palato non può più essere tentato da nessun gusto. E, come ho già scritto qua sotto da qualche parte, quando le ostriche e lo champagne non funzionano più forse pane e salame possono sbloccare il meccanismo inceppato. Continua a leggere
PACIFICO | L’Ora Misteriosa
Ecco, proprio quando ti viene sempre più rimproverato di ascoltare solo musica NON ITALIANA, e quando tu ormai se lì lì per rassegnare le armi e dire: ciao sono Alex e sono esterofilo da vent’anni… ecco che, pacifico, arriva lui a calare non un asso ma un intero album di assi (e più di quattro, comunque).
Pacifico (Luigi De Crescenzo) è un autore che seguo da parecchio, seppur con la coda dell’occhio: non è uno che buca lo schermo (neanche quello di uno smartphone) e non ha poi questa grandissima voce (fina fina, sempre molto composta ed educata, non proprio caratteristica, insomma) ma scrive delle gran belle canzoni, sempre in punta di penna ed elegantissime, tanto che anche le meno riuscite sono almeno per nulla banali.
Piccole perle che non hanno – la forma sulla sostanza, solite storie – il riscontro che meriterebbero, secondo il mio parere – giusto e modesto insieme, guarda un po’ la combinazione – proprio a causa della sua non grandissima voce (e che non si mette il mascara negli occhi, e che non è sempre in televisione, eccetera) che non può e non potrà mai evocarmi pensieri di pericolosa felicità e nemmeno di devastante tristezza ma solo…mestizia (perdonami Gino). Continua a leggere
RADIOHEAD | Nice Dream
Quante volte avrò citato i Radiohead in questi mesi? Una, due, tre, cinque ?
Naturalmente parlo di ‘milioni’ ed è facile che sia la cifra giusta – arrotondata per difetto – contando quanto li ho finora tirati in ballo per le similitudini con la canzone recensita, la voce di Thom Yorke, le mie passioni di ieri, la costruzione complessa dei loro brani e bla bla bla bla.
Tutto già detto in mille modi, nel tentativo di sembrare ogni volta unico e originale, ma soprattutto di mascherare la vera unicità – nel senso “solo uno e sempre quello” – stava nel contenuto, questo: i Radiohead sono stati per molto tempo nel mio cuore; una passione tanto forte quanto inattesa (ebbene sì, ero una groupie, e allora?), slegata dalla musica che ascoltavo quando mi avvicinai a loro per la prima volta. Continua a leggere


