Eccolo, è lui, finalmente è tornato il vate delle congiunzioni, silenzio tutti, vediamo se stavolta ci scappa anche qualche contenuto.
Più o meno queste le entusiastiche reazioni al mio primo post dopo tanto tempo, nei miei sogni: questo momento l’ho immaginato mille volte 😉 e – precipitando nella realtà – nelle chiacchiere dei giornali, nei si dice insistiti, nei provini che mediaset ha programmato a raffica, ho invece vissuto l’altro ‘ritorno’ due miliardi di volte di più dispiacendomi che l’evento Celentano abbia offuscato e vanificato l’effetto del mio calcolato periodo di allontanamento dalle scene. Vabbè, rispettiamo i nonni, perchè senza i nonni non ci sarebbero i nipoti.
In realtà il mio silenzio è stato forzato: in questo periodo ho avuto l’occasione di essere nell’occhio del ciclone organizzativo di un meeting dell’azienda per cui lavoro, in cui sono state coinvolte circa un centinaio di persone che avremmo portato in una località misteriosa, dove avrebbe avuto luogo lo showcase di un nuovo prodotto.
Abbiamo caricato l’ignara comitiva – che come unico avvertimento aveva ricevuto due parole “scarpe comode e un caldo maglione” – su due pullmann e li abbiamo costretti a un viaggio di un’ora per arrivare all’osservatorio astrofisico di Asiago, immerso nei boschi, uno scenario incantato illuminato solo da candele che è stato il teatro dell’evento.
Perchè vi parlo di questo? Perchè c’è il frammento, naturalmente.
L’ambientazione era evidentemente mistica e necessitava di una colonna sonora adeguata. Naturalmente, quale momento migliore per infilarci SAVOY | Isotope e decimare già dall’inizio i più deboli? HA!
Questo l’ho fatto per davvero, ma i SAVOY sono stati solo i 3 colpi iniziali prima dell’inizio dei fuochi perchè la serata è stata quasi completamente dominata dai Sigur Ros che anche loro mica scherzano (e infatti a casa non mi è permesso ascoltarli, non abbiamo abbastanza maschere per l’ossigeno).
La canzone è Dauðalogn ed è un brano che non conoscevo, ma che ora invece sì, perchè dalla settimana scorsa mi si è fissato in testa e non faccio che cantarlo.
CHE E’ UNA COSA DIFFICILE! Li conoscete i Sigur Ros? Ebbene, sono un gruppo islandese. Qua e là ho già scritto cosa penso degli islandesi, ovvero la mia stima verso chi, isolato non solo dal mondo ma ancora più dal proprio vicino di cui non immagina neanche la tonalità di verde dell’erba, si deve sbattere una bella cifra per trovare un’anima viva con cui parlare del tempo – che là sarà sempre uguale tranne ogni tanto che è…giorno – figuriamoci per suonare!
Ebbene – tornando seri e approfondendo i lati oscuri del comportamento umano – le islandesi reazioni allo stesso stimolo sono diverse da caso a caso: i Monsters and Men – tendenzialmente – attraverso le loro canzoni gioiscono per essersi incontrati e noi ascoltandole abbiamo la netta sensazione che, sì, siamo tutti fratelli, dall’Islanda alla Romania, da Elton John a Goran Bregovic.
I Sigur Ros, magari gioiscono anche loro, ma in modo molto più funereo.
Molto più vicini a Bjork che ai Monsters, fanno una musica che li contraddistingue nettamente da ogni altra, curiosamente con grande seguito di pubblico tanto che hanno anche una schiera di band adepte che si ispirano pesantemente ai nostri (ne cito alcuni, Amiina, Explosions in the sky….che mi piacciono tutti di meno, alcuni per nulla).
Lo stile inconfondibile punta su una certa ‘impalpabilità’ diffusa, con atmosfere e suoni rarefatti e il cantato che ‘risuona’ un po’ stile Madjugorie, abbastanza simile a come ci arrivano i suoni dall’esterno quando siamo sott’acqua.
L’effetto di coinvolgimento è assicurato e, anche se non si respira felicità tangibile, il risultato è fortemente emotivo, ideale colonna sonora di un viaggio….nell’aldilà, tra la morte e la vita fino alla lucina là in fondo (mi vengono proprio ora in mente due film: uno visto più di dieci anni fa, Contact, e la scena finale di Schindler’s list con i sopravvissuti che lasciano le pietre sulle tombe….ecco cosa evoca questa song, quella roba lì).
Non è una band per tutti, anche perchè all’ascoltatore chiedono un po’ di attenzione per cogliere le differenze tra brano e brano – non sempre così evidenti – pena la morte per noia siderale prima della traccia 6 di qualsiasi loro album.
Ma a parte questo dettaglio – comunque da non dimenticare, se non altro come arma bianca utile alla selezione naturale – sono interessanti a prescindere i Sigur Ros: ricordo che mi fu detto che la loro “sala prove” – quella del periodo estivo, voglio sperare – era una piscina svuotata. Non so se sia vero, forse la piscina vuota ha dei riverberi particolari che ci azzeccano con la loro musica, ma lo trovo comunque curioso almeno quanto i testi delle loro canzoni che spesso, è risaputo, sono in una lingua inventata.
Meglio così, direte voi, ci siamo risparmiati una riga sui testi e dieci di digressioni accessorie di Alex (vedo che siamo tutti d’accordo, no?).
[…però questa il testo ce l’ha e in qualche modo è stata tradotta. eccone una parte]
The world very silent | No movement in our heads
Sounds like absolute stillness | There is none awake
There is no rapid tempo | Total dead calm… …..we break into the dead calm
[dead calm – calma piatta – titolo della canzone]
Io, ma è solo la mia opinione di co-gestore di questo blog quindi sarete tutti d’accordo (e di sicuro lo sarà Valeria perchè Calma Piatta fa proprio il paio con le riflessioni sullo stare/essere fermi del suo ultimo post), li considero maestri di una sorta di evoluzione del gregoriano per cui li vedrei benissimo in esibizioni domenicali mattutine alle 11.15, in quegli stadi affollati di gente ben vestita.
Farebbero un figurone (ipotizzo che la loro musica possa essere anche un canale più diretto e affidabile dei soliti per comunicare con il padrone di casa), scucirei volentieri l’euro di offerta e mi spellerei le mani per loro urlando Alleluia, non fosse altro che per de-microfonare le suore che – quando ci sono, ormai non ci sono più neanche quelle – strapazzano tutto il cantabile aggiungendo quantità fuorilegge di notine trascinate fino a rendere melenso anche l’alleluia di Hendel. Ma di questo ho già avuto modo di dire la mia in passato, per cui vi risparmierò l’arrabbiatura che mi è montata adesso ripensandoci.
Del brano è il ritornello che mi si ficca in testa, ed è il frammento che ascolterete qui sotto, che mi fa letteralmente venire i brividi, ma la canzone è tutta “giusta” anche se il prima e il dopo sono nient’altro che il marchio di fabbrica del gruppo, le famose sonorità mistiche e oscure che preparano l’orecchio e l’anima ad accogliere le poche note killer strappacuore. Che poi, in questo brano sono particolarmente letali: vi avverto, piangerete tutte le vostre lacrime e grazie a Dauðalogn vi lascerete andare in un pianto liberatorio, quasi in un’altra dimensione, e ancor più guardando il videoclip (risultato di un contest in cui la band assegnava un piccolo budget e carta bianca ad alcuni registi).
Questi islandesi li ascoltavo già da prima – sottofondo musicale di cena con amici o lettura di libro in un pomeriggio pacifico [quest’ultimo, un personale tenero ricordo di circa 10 anni fa, avanti cristo, quindi] ma senza avere particolari colpi di fulmine.
Dauðalogn ha qualcosa in più: è più nelle mie corde, più “forma canzone” e forse per questo più accessibile.
E’ una traccia del loro ultimo album Valtari uscito poco prima dell’estate (e accolto meno entusiasticamente degli altri dalla critica specializzata). Io dissento, ma non so ancora cosa ne pensano i fan della prima ora. Però pare che il disco riscuota più successo dei precedenti. Che sia l’inizio di un nuovo corso del gruppo?
Chissà. In ogni caso io sono in attesa di ascoltare l’album tutto intero [attenderò con gioia il prossimo viaggio di lavoro, dove le serate solo in hotel non si contano] e soprattutto voglio andare a un loro concerto e per questo aspetterò febbraio con impazienza, perchè mi è stato detto che lì spaccano, sono pazzeschi, incredibili, trascinanti. (possibile ??!!)
Sì, lo so, tutte notizie di seconda mano, tante parole e dispendio di congiunzioni per dire poco (e nemmeno cose importanti tipo che “il chitarrista suona la chitarra con l’archetto del violino”) ma che volete farci?
Vale la pena di sbattersi per imparare e approfondire cose che non ci serviranno una volta che saremo tutti defunti?
Stavolta non si scappa, due date killer ci aspettano: i Maya – sempre loro – non sono che la seconda, neanche certa. Il 28 ottobre invece, l’ora solare, buio la mattina e presto la sera….. L’islanda.
E voi, novelli islandesi come me, da lunedì 29 ottobre sarete più Sigur o più Monsters?
La mia scelta è obbligata: Dauðalogn
5 stelle
Il frammento
Il link al brano completo
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Ma non si può essere un po’ entrambi, sigur ros e of monsters and men? Vabbè un pò più Sigur ros…e comunque da fan, non proprio della prima ora ma, diciamo, della seconda, a me sinceramente suscitano emozioni tutt’altro che funeree! Infatti a febbraio sarò a un loro concerto, a Barcelona però! 🙂
credo di sì, essere sia monsters sia sigur può comunque essere compatibile con una vita normale e felice.
anch’io in fondo sono un po’ monster, un pochino, quindi viva la musica islandese. Ma non Bjork!
torna a trovarci 😉
a.
Si infatti viva la musica islandese (mi piace anche “finally we are no one” dei Mum) anche se Bjork ha deluso un po’ anche me…
con piacere! 😉
quanto mi piacevano…
Devo dire che questa volta sposo al 100% il commento di Valeria: pur condividendo tutte le osservazioni che fai nel post circa le atmosfere evocate da questo brano (compreso il riferimento a Contact, un film che personalmente ho amato molto), dopo due ascolti questo pezzo mi risulta ancora piuttosto “distante”. Insomma nemmeno io o pianto e sicuramente dovendo scegliere voto assolutamente per gli Of Monsters and Men dei quali invece ho ascoltato più volte l’intero album trovandolo piuttosto gradevole.
Sono comunque molto contento di leggere di nuovo un tuo post che, come sempre, riesce a farmi sorridere e mi da l’occasione di ascoltare qualcosa di nuovo.
Grazie.
Leggo con rammarico che il deserto, come dicono da tempo le solite cassandre, si sta espandendo da est a ovest. Quanto è vero!
Neanche un pizzicorino al naso, nemmeno un luccichìo negli occhi, tutto secco?
Fossimo in una puntata di Fringe sarebbe realistico pensare che un’entità misteriosa stia tramutando tutti gli umani in pezzi di legno (vedi: “posti letto” che ho riservato ai commentatori di oggi), tutti meno uno salvatosi ascoltando i Sigur.
Ma io vi salverò tutti, non importa quanto tempo ci vorrà. E se invece vorrete restare là tra i Monsters (o i Lazlo), comunque la musica dei Sigur me la godo benissimo anche da solo!! 😉
(….ma significa anche che andrò da solo al concerto? Oibò, brutte cose)
Beh, mi spiace davvero darti questa delusione, ma il concerto dei Sigur Ros… ecco… per questa volta passo! 😉
Caro il mio novello islandese, tu forse non lo sai e tocca a me fare questo sporco lavoro, ma un po’ Monsters lo sei anche tu perchè mi fai troppo ridere per essere solo e tutto Sigur.
Io (occorre dirlo?) sono Monsters, molto più di te, per quello che cerco nella musica ma non sono fuggita di fronte a questo brano, anzi … cuffie in testa e tre concentrati ascolti.
Intanto i miei più sentiti complimenti per riuscire a cantare questa canzone… ma come fai? Hai i poteri? E ti so dire, che questa è una canzone dove la melodia (dici tu) è ravvisabile…
Comunque le righe sopra non sono l’inizio di una stroncatura senza appello, e in effetti non hai detto una cosa nel tuo post sulla quale io non sia d’accordo: questa canzone non sfigurerebbe in chiesa, anzi… E poi tutto il resto (impalpabilità, atmosfere rarefatte, cantato stile Madjugorie ecc… ecc…), d’accordo su tutto. Però non ho pianto, e questo mi fa molto preoccupare… sai che ieri dicevamo che sto cambiando…. MIO DIO, MA COSI’ TANTO DUNQUE????
Il voto stellare mi mette in difficoltà, possibile che tra le due stelle “nessun brivido” e le tre stelle “proprio un bel pezzo” non ci sia una via di mezzo? Che so, le due stelle e mezzo del “non mi ha fatto vomitare ma non comprerò mai un loro disco”?
Canzone perfetta per la serata all’Osservatorio, ottima canzone da cena con gli amici (quelli non metallari ovviamente), come sottofondo alla lettura e forse anche per un’altra situazione un po’ più maliziosa, che ti lascio solo immaginare, ma non sono rimasta folgorata sulla Via di Damasco.
Sono comunque contenta che tu abbia postato i Sigur Ros, ne avevo tanto sentito parlare e sono stati nominati nella mia cucina non più tardi di ieri mattina, ma mi rendo conto che senza di te io non avrei mosso un passo verso di loro.
…alla fine hai dato 3 stellette, niente male, sono un ottimista e vedo il bicchiere mezzo pieno (solito stratagemma, sempre bicchieri piccoli [furbacchione!]).
devo dire che, a parte l’opinione sul brano – di cui mi importa sempre ma non sempre riesco a prevedere cosa ne penserai (anzi, quasi mai) – stavolta avrei puntato tutto il mio gruzzolo sull’apertura delle dighe già al primo ascolto. Sentire invece che anche post-sigur ros l’ultimo cactus dalle tue parti sta ancora agonizzando….questa cosa mi sa di strano.
Cambiata forse sei già cambiata, in effetti, ma così tanto? verso la strada dell’insensibilità?
NON CREDO, ma ho un ultimo test da sottoporti, eventualmente: la visione della puntata 4×05 di Parenthood (roba di ieri sera) che i sigur ros e la scena delle pietre di schindler’s list sono come minimo ALLA PARI [tra l’altro ne parlano su serialmente proprio oggi, anche loro devastati [ma sarà anche colpa del tempo così piovoso…]).
Ecco, se mi resterai ancora secca come il panno spugna sopra al lavello della cucina, allora…..”cosa te lo dico a’ fare?”
Dio come gongolo quando mi dici che sono imprevedibile come un cinghiale… letteralmente grufolo di soddisfazione.
Va be’ dai, proviamo con la puntata di Parenthood, qui piangerò di sicuro perchè avrò anche l’ausilio delle immagini… con la musica le figure devo metterle io e lo sai che adesso “sto stando” ferma 🙂
Sì sì, ho dato tre stelle, che si avvicinano maggiormente al mio indice di gradimento rispetto alle due.
Wordpress mi ha comunque DEFINITIVAMENTE ridotto i nervi a pezzi (o le palle a brandelli), non funziona niente, ma come si fa a lavorare così? Ah ah ah
quindi significa che avresti voluto mettere il like, ma non ci sei riuscita.
doppio HA!
…sempre per la serie del bicchiere mezzo pieno (il mio bicchiere, con il mio vino analcolico e in casa mia) considero questo un altro chilometro raggiunto sulla strada che porta alla casa degli adepti dei sigur ros (dove ho riservato almento tre posti letto [che lì sono sedie di legno, perchè c’è da soffrì] dove ti stai dirigendo di buona lena.
non importa quando arriverai, il tempo mi darà ragione e io so aspettare. (e comunque, andrò nel forum dei sostenitori dei sigur per farmi una chiacchierata mistica con qualcuno senza che mi tirino le pietre [questa canzone non è piaciuta a nisciuno…])
Eh dai Ale, non fare così… mica siamo tutti di bocca buona come te, che posta quello che vuoi tu sei sempre lì a battere le mani (sugli orecchi però, per non sentire) 🙂
L’ho ascoltato un paio di volte questo pezzo e deciso infine che l’unico contesto in cui lo potrei ascoltare sarebbe dall’alto di uno sgabello con il cappio attorno al collo poco prima del Grande Salto, così da scongiurare ripensamenti dell’ultimo minuto.
A voler fare la Pollyanna e trovare a tutti i costi qualcosa di positivo, dirò che in taluni brevissimi istanti la voce del cantante mi ricorda quella di Morten Harket.
WOW, ci vai giù dura, eh? mica sarà per scrubs e l’abbondanza di stelle che ho riservato ai tuoi paladini statuntensi? (era abbondanza, ti assicuro)
…e io invece, guarda un po’, sull’onda del post l’ho riascoltata un altro migliaio di volte (e lo sto facendo anche adesso) pensando che forse 5 stelle sono poche e che non ho trasferito bene quanto il pezzo mi faccia emozionare. Ribadisco ancora (pesantissimo che sono) la messa cantata e aggiungo che il ritornello è senza dubbio una delle cose “più perfette” che abbia ascoltato negli ultimi due lustri.
certo, non credo che la metterei alle feste (tranne quella del mio compleanno) e forse non ha il ritmo giusto per essere un riempipista ma, come dici tu, probabilmente è un ottimo soundtrack per la lettura di libri tipo “1 modo per uccidersi” [solo uno però, fossero già due non sono sicuro che il lettore arriverebbe in fondo al libro].
Il ponte con la voce norvegese, un bel complimento seppure riferito a un microsecondo della canzone, – tu non lo sai ancora ma lo so io che di frammenti me ne intendo 😉 – non è altro che un punto di appoggio perchè la canzone ti si appiccichi addosso e poi ti piaccia tutta intera.
Forse anticiperò i tempi ma ti ho già spedito la tessera di adepta SIGUR ROS | Dauðalogn (da restituire firmata) 🙂
Amen, anzi, Dauðalogn