AC/DC | Thunderstruck

Il calendario dice che è arrivata la primavera, e da un bel po’ anche … Io guardo fuori dalla finestra e, chissà come mai,  tra un piovasco e una grandinata tendo a dimenticare questo fatto. Anche per questo motivo forse il mio cuore si è sentito in inverno fino ad ora, e con questo post vitaminico vorrei sciogliere definitivamente il sottile strato di ghiaccio che mi ha isolata più a lungo di quanto fosse necessario.

Per fare questa cosa (cacciare il generale inverno, darmi la scossa, archiviare il letargo) è necessaria tanta energia e chi ce l’ha???? Ovviamente si deve andare in prestito: lo sportello della banca virtuale a cui mi sono rivolta questa volta è la Banca AC/DC, con il loro prodotto Thunderstruck, pensato per far rendere al meglio i più che esigui risparmi emotivi delle persone per le quali è stato studiato.

So che il contrasto con il vicino di casa Pacifico (di cui mi sono comunque invaghita tanto da desiderarne l’ultimo album) non potrebbe essere più stridente. So pure che Alessandro esulterà per questo mio irrompere nella strada delle scelte musicali con gli anfibi chiodati, lo sento già affilare le lame … e io sono comunque felice di scoprire il fianco (vacci piano però, che non è più così foderato :-)).  Anzi, in un rigurgito di autostima, considero più una virtù che un difetto non temere il giudizio altrui, e poter mostrare il mio lato più ruspante, smettendo (con sollievo?) la maschera della principessa inappetente, il cui palato non può più essere tentato da nessun gusto. E, come ho già scritto qua sotto da qualche parte, quando le ostriche e lo champagne non funzionano più forse pane e salame possono sbloccare il meccanismo inceppato.

Conosco gli AC/DC dai tempi delle superiori, quando avevano già sparato le loro cartucce ritenute migliori (Highway to hell e Back in black), e mi sono sempre piaciuti abbastanza senza che scattasse mai  la cotta fulminante; vuoi però per il look del talentuoso Angus Young (chitarra solista), vuoi per la voce inconfondibile del cantante Brian Johnson (the second one),  vuoi per le loro origine australiane (che mi fanno simpatia a prescindere), hanno sempre mantenuto  un angolino nel mio caravanserraglio musicale, senza che per questo motivo io possa comunque definirmi conoscitrice del gruppo. Voglio dire, l’ho letto in questi giorni che per l’hard rock degli anni 80 gli AC/DC sono stati quello che i Deep Purple erano negli anni 70 (hai visto mai).

Proprio per questa mio affetto superficiale, quando dico di voler ascoltare gli AC/DC, parto (e di solito lì mi fermo) con Thunderstruck (dell’album The Razors Edge del 1990) il cui preciso scopo è uno e uno solo (che poi è lo stesso di Detroit Rock City, di cui scrissi qualche piano più sotto in questo condominio): darmi la carica, una specie di Haka Dance degli All Black neozelandesi. Il momento più adatto potrebbe essere il lunedì mattina, seduta alla scrivania per il primo di cinque (se bastano) lunghi giorni. Parte il riff di chitarra, e io sento che il letargo è finito, basta sonno, basta spleen, basta insoddisfazione, gli AC/DC mi stanno chiamando e io rispondo. Per forza di cose in maniera abbastanza composta (credo….), il cuore accelerato e le fantasie da “Un giorno di ordinaria follia” rimangono dentro di me. E come su di me, evidentemente la magia opera anche su molti altri, tanto che da quando l’hanno composta gli AC/DC l’hanno inserita in tutti  i loro concerti, quando non è stata addirittura la canzone di apertura, il Grande Botto di Avvio.

Se, come nei films, ci piace pensare che alcuni momenti della nostra vita meritino (o abbiano bisogno) di una colonna sonora, questo venerdì Thunderstruck verrà trasmessa parecchie volte nella mia radio mentale. Perchè guarda un po’ venerdì, com’è come non ti è, cadrà il mio 40° compleanno. Non ho ancora perfettamente chiaro il perché, ma questo 40° ha per me un valore simbolico come lo ha avuto solo (e tanto tempo fa) il 18°. Probabilmente alla fine non sarà così,  ma per adesso  mi sento in procinto di  iniziare il secondo tempo della mia vita, un secondo tempo in cui verranno scritti   i capitoli migliori del mio Libro (come mi ha saggiamente augurato un’amica in questi giorni).  Se poi le cose non andranno così pazienza (oddio… pazienza un cazzo veramente). Ma venerdì sera IO FARO’ FESTA, e idealmente voglio immaginarmi entrare  in scena con questa canzone in testa,  incedendo sul mio personale red carpet sicura di me, grintosa,  sprizzando energia e allegria da ogni poro, pronta a rendere indimenticabile una serata storica con i miei migliori amici, e magari pensare di qualcuno alla fine della serata “OH YEAH…. YOU’VE BEEN THUNDERSTRUCK”.

Fantasia troppo adolescenziale per una quarantenne? Può darsi (sarà perchè li porto così bene che me ne sento almeno dieci in meno? ih ih ih) ma in questo momento sapermi ancora capace di fantasticare, fosse pure di sciocchezze, mi fa riscoprire un sapore che non sentivo da troppo tempo, e questo sapore sa di speranza… e di vita.

p.s. Alessandro, mi sembra di aver fatto un buon lavoro con la tattica prudente delle aspettative basse, concordi anche tu? 🙂

Il Frammento:

Lo so, è lungo per essere un frammento … ma provateci voi a tagliare un cavo dell’alta tensione.

Il link al brano completo

Se ascoltata al momento giusto, assolutamente da 5 stelle.

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19 risposte a “AC/DC | Thunderstruck

  1. Pingback: OF MONSTERS AND MEN | Little talks | Solo Frammenti

  2. Cara Valeria, auguri con un ritardo clamoroso e, come hai già potuto appurare, c’è vita anche nell’Aldiquaquaqua, visto che questo è un post sui paperi.
    MAI AVERE ASPETTATIVE BASSE. Non c’è davvero ragione di farlo. Se non si realizza niente di ciò che si desidera, si avrà quantomeno goduto nel desiderare. Basta prudenza, crepino le formiche e gozzoviglino le cicale, si possano ciecare le Biancaneve, Cenerentole, BelleAddormentatenelBosco, CappuccettoRosso e trionfino le Streghe e le Lupe. Auguri!
    Stefi

    • Ciao Stefi, se parliamo di ritardi clamorosi forse anche il mio vagone di congratulazioni e in bocca al lupo deve avere trovato traffico….
      Bellissimo il tuo pensiero sull’errore di tarpare le ali alle aspettative. Giuro che lo terrò presente, e che cercherò la massima soddisfazione nel desiderio (che poi lo diceva anche Giacomino Leopardi, che tutto il bello sta nella vigilia del dì di festa). Ah! ma quanto mi piacciono queste quarantenniedintorni 🙂

  3. Allora, intanto benritornata e complimentissimi per lo spirito con il quale affronti questa importante tappa della tua vita (effettivamente l’ingresso negli “anta” è un momento abbastanza topico, e te lo dice uno che ci è passato da non molto).
    Il brano scelto è sicuramente un adeguato sottofondo per una grande entrata in scena alla tua festa; non so dove festeggerai, ma l’idea di far DAVVERO accompagnare il tuo ingresso da una simile colonna sonora sarebbe da prendere seriamente in considerazione (insomma, potresti rivaleggiare con Robert Downey Jr. / Tony Stark nel film Iron Man 2 di cui gli AC/DC sono autori della colonna sonora) 🙂

    Parlando degli aspetti musicali, ammetto una notevole ignoranza (tanto per cambiare) circa la produzione degli AC/DC e sebbene non avessi mai fatto questo genere di associazione mentale in precedenza, credo che purtroppo da ora in avanti ogni volta che sentirò Brian Johnson cantare non potrò fare a meno di pensare a Paperino (mannaggia a te Alex…). E pensare che probabilmente hai anche ragione tu quando dici che cantare così deve essere molto faticoso. Comunque sia credo che il vero motivo del successo del gruppo sia sempre stato Angus Young con la sua chitarra e persino Alex ha dovuto ammettere che musicalmente il pezzo merita parecchio.

    In conclusione l’ennesimo bello spunto per ascolti da approfondire (avanti di questo passo finirò con il farmi una VERA cultura musicale), quindi per ora Grazie.
    Per dei degni auguri, mi inventerò qualcosa per domani.

    Adesso vado che devo documentarmi meglio sugli Accept…

  4. Valeria, BENTORNATA, Finalmente!
    il momento è importante e anche tu (come MIna) abituata a misurare le tue uscite e creando un’aura di mistero attorno al tuo personaggio hai evidentemente sentito la necessità di lasciare un segno indelebile sul web in questa occasione.

    Non mi dilungherò sulla solidarietà che vorrei esprimere al 1000%, soprattutto in occasione dei ‘multipli di 5’, perchè mi sembra più autoriferita che altro, considerando che tu invece – parrebbe – sembri pervasa da uno strana sindrome (che per farmi capire meglio, battezzerò “sindrome del faro dell’energia e vitalità”) che – pur essendo felice a pacchi per te – trovo indecifrabile per i miei ormai ben collaudati schemi. Non mi preoccuperei comunque per l’effetto sabato del villaggio perchè le… esequie (mia libera traduzione dei termini “compleanno+festa”) si terrano di venerdì.

    La canzone. La canzone. Oddio, la canzone.
    Devo dire che, dopo aver rabbrividito all’idea di dovere ascoltare e poi dire la mia sugli AC/DC, mi sono ascoltato tutto il brano tutto d’un fiato, nella modalità ‘olio di ricino’.
    Beh, sorvoliamo sulle stelle che darò, ma il pezzo non mi è dispiaciuto affatto nella parte strumentale. Veramente interessante e ‘catching’ anche al primo ascolto.

    MA IO NON CAPISCO!
    Non capisco fondamentalmente com’è stato possibile che un gruppo di talento abbia scelto un cantante…. così! (densità di popolazione troppo bassa in Australia? Beh, suppongo che gli islandesi Sigur Ros, che il problema della solitudine lo sentono davvero, si siano sbattuti un filino di più in questo senso)
    QUESTA CANZONE E’ CANTATA DA PAPERINO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! (sono pronto a essere fucilato per questo, mi rendo conto che morirò giovane [“diversamente giovane”, più probabile]).

    Questo è il pensiero che è rimasto “sopra a tutti” nei 4 minuti di ascolto del brano, passando sopra alle belle chitarre, il sound e tutto ciò che mi è invece piaciuto.

    PAPERINO, PAPERINO, PAPERINO, PAPERINO PAPERINO PAPERINO……e poi mi è tornata in mente una roba di mille anni fa a cui non pensavo da eoni, dio bono chissà com’è successo.

    Jay Duck And J.D.Revolution – Jay Duck’s Theme

    E’ sempre nello stesso “settore”….. ma mi piace un casino di più. HA!

    • Non riesco ad ascoltare il Jay Duck’s Theme quaggiù nel bunker antiatomico, ma stasera andrò a vedere… mi aspetto di divertirmi assai.
      Comunque dai, pensavo peggio… le hai cantate solo al cantante anche se non capisco COME PUOI CRITICARE BRIAN JOHNSON QUANDO RIESCI AD ASCOLTARE LA VOCE (filo di) PACIFICO?

    • Quando Pacifico comparirà in un numero di TOPOLINO allora potremo discuterne.
      Al momento quindi sono MELE + PERE, operazione impossibile.
      Ho provato con Excel e mi dà #ERRORE .
      Stesso risultato quando Brian Johnson viene definito ‘cantante’ (bel programma, excel).

    • Allora, ho ascoltato Jay Duck 🙂
      Non c’è niente da fare, non ce la farai MAI ad essere obiettivo su una canzone di hard rock o heavy metal, proprio non ce la fai.
      Come ho scritto anche nel post, il cantante degli AC/DC (il secondo nonchè attuale, per quanto pure il primo cantasse “così”) è particolare in effetti, e io l’ho sempre “stimato un casino” perchè ho sempre pensato che cantare così fosse molto … faticoso. A quanto pare per qualcuno lo è anche ascoltarlo 🙂
      Mi risparmio la fatica di postare una canzone degli Accept allora, del cui cantante ho sempre pensato meraviglie, se dovessi farlo solo per avere un tuo parere: probabilmente per l’occasione rispolvereresti Paperoga.
      Sappi che mi ritengo una persona migliore di te, perchè dopo il primo ascolto di Pacifico mi ero comprata “Il manuale del piccolo falegname” per costruire un crocifisso al quale inchiodarlo, e invece … ci ho riprovato e ha funzionato.
      Temo fortemente che saresti il classico maestro che “ha le preferenze” (10 e lode se sussurri “la pioggia è la pioggia”, rimandati a settembre TUTTI gli altri).

    • Sei in forma, eh?
      Me ne rallegro. Mi rallegro anche per aver trovato talvolta qualche solido punto di contatto musicale tra noi.
      Mi rallegra di meno – ma noto anche con piacere che ricordi bene quello che scrivo – vedere che usi la frase più insulsa di tutta la produzione SAVOY come ariete per portare avanti la tua crociata pro-paperopoli. Ma sfruttare i punti deboli non è un male, lo facevano anche gundam, goldrake, daitarn3 e C.
      e loro erano i buoni, che immagino tu in questo caso associ agli AC/DC.
      E se loro sono i buoni, tra quelli che ascolti, in futuro potrei denunciarti per danni uditivi permanenti.
      Mmhh. Potrei quasi scommettere che di questi accept di cui parli, difficilmente il cantante mi piacerà di meno. 🙂

      Che peste che sono, eh? In effetti non sono obbiettivo, magari lo saró su altre cose ‘di testa’, ma su quelle ‘del cuore’ no (e neanche con gli studenti, se ne avessi avuti)
      Se ti prometto che non indago sugli accept, mi prometti tu che sarà una canzone loro il tuo prossimo post?
      Tuo Woobinda

      (ho scritto tutto dal telefono, ho l’indice in fiamme)

  5. E allora intanto AUGURI!
    Non credo ci sia pezzo migliore per entrare nei 40. Davvero.
    Grande, come sempre! (Ore 23.05: e adesso chi ci va a dormire, con questa in testa??)

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