Dio, come sono intristito. Nel corso della settimana sono riuscito qui e là ad ascoltare tutte le canzoni di Sanremo e temo fortemente che per la prima volta in tanti anni non chiamerò gli amici sabato sera per la consueta serata trash sanremese, in cui ascoltiamo le canzoni in religioso silenzio, commentando poi il pezzo, l’esecuzione e il look dei partecipanti mettendo musica e moda sullo stesso piano qualunquistico a 360 gradi, con giudizi a priori e, soprattutto, perdendo decine di occasioni di tenere la bocca chiusa.
Dà sempre un bel po’ di soddisfazione, ammettiamolo, lasciarsi andare alla configurazione mentale da ‘sciampista‘: d’altra parte è sabato anche per i premi Nobel, mica possiamo fare gli intelligentoni per tutta la settimana, giusto?
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SIA [FURLER] | Breathe Me
L’intensità e il tema dell’ultimo intervento della mia coinquilina Valeria hanno avuto notevoli conseguenze sulla pianificazione annuale dei miei post. Quindi, ahimè, ahivoi, ahieverybody, l’annunciata dissertazione sulle Bananarama, preludio al monumentale saggio su Britney Spears con grafici A COLORI dimostranti la relazione e il valore, inversamente proporzionali, tra il peso DI LEI e della DI LEI MUSICA nel panorama internazionale bla bla bla e altro ancora…..non saranno pubblicati che a febbraio 2013 per far posto a un frammento più adeguato al mood attuale.
Ecco che la scelta è caduta allora su Breathe me di SIA.
L’analogia con il tema funereo non è tanto nel testo del brano quanto al mio imprinting con esso, strettamente legato a una serie Tv particolare (potrei dire d’elite), che ho seguito in solitudine ma con grande interesse, il cui tema principale è la morte, sia quella vera che quella evocata nella non vita dei protagonisti. Si tratta di Six Feet Under, dal titolo strano ma molto eloquente (si tratta della profondità a cui viene interrata una bara) che già ci dà un bell’indizio sul peso del prodotto.
JEFF HEALEY BAND | While My Guitar Gently Weeps
Sapete? Sono un tipo strano.
Se sono triste ascolto musica triste, invece quando sono felice (ma anche quando sono ‘medio’) ascolto musica…triste.
Ed è un peccato, perchè sono anni che ho il cd single di Barbie Girl, comprato appositamente per non trovarmi impreparato in caso volessi ascoltare qualcosa di divertente. Ma quel giorno (quello di Barbie Girl, intendo) per fortuna non arriverà mai. Sto quindi pensando di venderlo. Il cd è nuovo, ancora incellofanato, credo anche valga anche un sacco di soldi (la musica di qualità si rivaluta nel tempo), diventerò ricco e ancora più felice.
E proprio in previsione di questo momento di felicità, ecco la mia proposta a 360°, per i tristi che vogliono la musica triste e per i felici che vogliono la musica (quanto mi piace questa parola oggi!) triste . Per molti. Per tutti.
Si tratta di un brano di qualche tempo fa che, manco a dirlo, al primo ascolto mi stese completamente. “Che gran fighi questi, chitarra e arrangiamento bellissimi, ma è soprattutto al canzone che è fantastica”. Continua a leggere
ALEX E VALERIA | Auguri
SIXPENCE NONE THE RICHER | It Came Upon the Midnight Clear
“C’è una sola canzone che negli ultimi anni è riuscita a competere con i classici anni 50 delle canzoni di Natale che ascolto”….
Questa in origine sarebbe dovuta essere l’apertura dell’articolo, pochi minuti prima che il colpo di fulmine per Smith&Burrows con la splendida As the Snoflakes Fall mi convincesse a mollare l’articolo e tirare il pacco alla prescelta per dedicarmi alla nuova arrivata.
Ma come avrei fatto ad aspettare un altro anno? Eccomi quindi a poche ore di distanza con un’altra Christmas tune che mi accompagna ormai da circa 7-8 anni.
Si tratta di It came upon the Midnight Clear dei Sixpence none the richer.
Chi sono ?
Beh (boh), oltre a questa canzone io li ricordavo (con un certo disappunto) solo per una furba cover senza personalità di un bel pezzo anni90 ma, guarda un po’ il caso, proprio ieri a casa di amici per un brunch con annessa maratona Pictionary (tutte cose che non vi interessano, ma i miei amici saranno contenti di sapere che gli voglio bene e che mi sono divertito tantissimo), eravamo tutti in dubbio su di chi fosse una canzone – Kiss me – ascoltata alla radio.
Naturalmente non ci siamo distratti dal Pictionary e abbiamo poi vissuto le nostre vite com’erano (in)degne di essere vissute, ma oggi, dopo una breve ricerca per dire almeno una parola sul gruppo, che cosa ti trovo? Ma che cosa ti trovo? Che i Sixpence, oltre a un pezzo fondamentale della colonna sonora dei miei Natali, hanno anche composto Kiss me, una canzoncina carina e simpatica. La stessa della radio (non erano nè Nathalie Imbruglia nè Lene Marlin, quindi).
Carina. ottimo jingle per una pubblicità. Nessuno è caduto dalla sedia, comunque.
Per il resto, oltre a ben cinque album – almeno 50 canzoni!! – che se volessi potrei comprare ma non voglio, di questa band non so niente.
Li adoro unicamente per questo brano e li ringrazio di essere esistiti (riconosco qui un po’ snobismo e pregiudizio), ma non chiedetemi altro su di loro. Adesso non lo voglio sapere, forse chissà, un giorno approfondirò (tanto snobismo e pregiudizio). Continua a leggere
SMITH&BURROWS | As the Snoflakes Fall
Si era già capito. Sono prevenuto e sospettoso quando si tratta di canzoni di Natale: le rielaborazioni compracasa – comprabarca – fai contenta la casa discografica dei furbetti di turno non fanno che alimentare il mio disprezzo. Ma ogni anno faccio qualche tentativo, in genere disastroso, e alla fine ascolto solo “Merry Christmas” (non sono sicuro del titolo) con QUELLE canzoni cantate da Dean Martin, Nat King Cole e altri grandissimi. Tutte versioni d’annata, la più giovane avrà 45 anni, ma che classe! Oltre a queste c’è poco nella mia lista dei preferiti, con alcune eccezioni (oltre ai Natali Piccolini, naturalmente). Una è la canzone di cui volevo scrivere oggi, e l’avevo già decisa da un po’, ma nell’intenzione di spendere una riga per una new entry che mi aveva folgorato proprio in questi giorni sono andato a riascoltarmi il pezzo…… e non ce l’ho fatta a lasciarlo a una sola riga, per cui gli dedico l’intero post. E mi impegno a scrivere anche l’altro e pubblicarlo in tutta fretta (AGGIORNAMENTO: il frammento lo pubblicherò già oggi o domani mattina). Continua a leggere
NATALI PICCOLINI | Volevo dirti
Natale è alle porte. Evviva. Yuhuuuuu!
Ma yuhuu o no (e direi no), è un momento con cui tutti dobbiamo fare i conti, il percorso obbligato da cui si dovrà per forza passare, le cui insidie sono circa quelle che a Monopoli promette il passaggio per le zone di Parco della Vittoria.
Ne usciremo vivi, sì, ma non indenni. Mai!
Per vincere la mia cronica idiosincrasia verso il Natale, e più precisamente verso il periodo immediatamente precedente, quello in cui tutti si dichiarano più buoni (ma come? Brutti ipocriti, e cosa combinate gli altri 11 mesi! Io buono lo sono tutto l’anno!!!), qualche tempo fa tentai un percorso di avvicinamento, riappacificazione, sfruttando la mia passione per la musica.
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ALICE IN CHAINS | Rotten apple
Primo dicembre 2011…. Per coloro i quali si aspettano che da oggi sarà tutto un pubblicare di Bianco Natale e Santa Claus Super Sledge faccio presenti due cose:
1) Con rigore teutonico io apro le danze natalizie sempre e dopo ancora il giorno dell’Immacolata (8 dicembre). Prima di quella data, gli addobbi prematuri che ornano i nostri centri commerciali vengono da me ostentatamente ignorati e intimamente deprecati;
2) Non potete aspettarvi che poche ore nel nuovo mese mi siano bastate per lasciarmi alle spalle novembre, il mese che da sempre per me (e per tutti immagino) è lo spazio temporale in cui si ricordano i defunti. Troppa sfiga? Io non la penso così: è positivo e necessario guardare avanti, avere nuovi stimoli, non farsi mettere all’angolo dai rimpianti ma trovo altrettanto bello e doveroso ritagliarsi dei momenti per ricordare coloro i quali non ci sono più ma che hanno contribuito anch’essi a modellare il nostro mondo e il nostro modo di essere.
Tutto il pistolotto di cui sopra per spiegare (o giustificare?) il presente frammento: Rotten apple degli Alice in chains. Continua a leggere
GIORGIA | Se telefonando
Sono stato più volte sul punto di pubblicare il frammento di questa canzone, prima che la sigla finale dello show Il più grande spettacolo dopo il weekend la riportasse alla luce.
Poco male, sono stato ‘battuto’ da Fiorello, mi poteva andar peggio (Carlo Conti).
Per me Se telefonando è sempre stata un mito e un mistero insieme, anzi proprio un vero esempio di frammento: infatti, pur considerandola uno dei momenti musicali italiani più affascinanti di sempre, solo l’inciso è fissato indelebilmente nella mia testa da anni e – sono sincero – a ogni ascolto ancora mi meraviglia e mi lascia i brividi, mentre la strofa, ascoltata anch’essa mille e mille volte, non saprei cantarla, nè testo nè parole. Sarà perchè è cantato solo una sola volta all’inizio mentre il nucleo della canzone è il ritornello ripetuto, ma proprio non me la ricordo. Mai! (un bel problema il mio, converrete). Continua a leggere
So young + Sadie | Suede
Questo è il post che prova che la curiosità non è sempre una cosa cattiva (curiosity not always kills the cat).
Vi ricordate quando Alessandro ha postato We are the pigs? Quella canzone non mi ha detto un granchè, e tuttora la penso così.
Però sul post dei Suede c’è stato un interessante scambio di opinioni che mi ha spinto a domandarmi: possibile che si sbaglino loro? Non è che a non voler approfondire mi perdo qualcosa? E così (curiosità positiva) mi sono messa ad ascoltare e leggere qua e là di questo gruppo, e con quegli insperati colpi di fortuna che (Dio ti ringrazio) ogni tanto capitano mi sono imbattuta non in una bensì in DUE canzoni dei Suede che mi hanno stesa. A causa del tempo tiranno chissà se riuscirò ancora a “ravanare” nel portagioie di questo gruppo per cercare un altro anellino che calzi il mio dito però già così mi sento “amata dagli dei”. Continua a leggere



