ALICE IN CHAINS | Rotten apple

Primo dicembre 2011…. Per coloro i quali si aspettano che da oggi sarà tutto un pubblicare di Bianco Natale e Santa Claus Super Sledge faccio presenti due cose:

1) Con rigore teutonico io apro le danze natalizie sempre e dopo ancora il giorno dell’Immacolata (8 dicembre). Prima di quella data, gli addobbi prematuri che ornano i nostri centri commerciali vengono da me ostentatamente ignorati e intimamente deprecati;

2) Non potete aspettarvi che poche ore nel nuovo mese mi siano bastate per lasciarmi alle spalle novembre, il mese che da sempre per me (e per tutti immagino) è lo spazio temporale in cui si ricordano i defunti. Troppa sfiga? Io non la penso così: è positivo e necessario guardare avanti, avere nuovi stimoli, non farsi mettere all’angolo dai rimpianti ma trovo altrettanto bello e doveroso ritagliarsi dei momenti per ricordare coloro i quali non ci sono più ma che hanno contribuito anch’essi a modellare il nostro mondo e il nostro modo di essere.

Tutto il pistolotto di cui sopra per spiegare (o giustificare?) il presente frammento: Rotten apple degli Alice in chains.

Anche questo gruppo è per me una nuova scoperta (come lo sono stati i Suede del post precedente), e posso ormai confermare che, a dispetto delle mie intenzioni al varo del blog, i miei frammenti non saranno sempre e solo  i miei “Preferiti da sempre”, ma saranno anche le mie “ultime cotte” (senza nulla voler togliere ai vecchi amori, naturalmente).  Oggi dunque non sarò la guida “scafata” che vi porta a fare un giro su un belvedere conosciuto, visto e rivisto, sempre bello ma di cui il mio occhio abituato fa fatica a cogliere il fascino e il luccicore che è proprio di ciò che si guarda la prima volta. Vi porterò invece a fare una passeggiata su un sentiero che è nuovo anche per me, e vi additerò con l’entusiasmo del primo sguardo (o meglio, del primo ascolto) gli scorci che mi emozionano IN QUESTO PRECISO ISTANTE.

Gli Alice in chains sono l’ennesimo caso in cui arrivo dopo la polvere, visto che l’apice del successo del gruppo è storia degli anni novanta; apice  a cui seguì un lungo stop a seguito della morte del loro talentuoso cantante Layne Staley.  Leggo che dal 2005 sono tornati sulle scene: non giudico con cognizione di causa perché non ho ascoltato niente che non fosse cantato da Staley, ma credo  sia difficile colmare certi vuoti, soprattutto quando si tratta del cantante e soprattutto se il cantante è giudicato tuttora una delle migliori voci della musica moderna di sempre.

Allora, LA canzone degli Alice in chains sarebbe Nutshell. Ve ne raccomando caldamente l’ascolto. Ma sentire Layne Staley che canta “And yet I find – Repeating in my head –  If I can’t be my own – I’d feel better dead” ed essendo proprio questa la fine che ha fatto, schiacciato dalla tossicodipendenza e dalla depressione … insomma, il mio pudore mi permette solo di dire “ascoltatela, non ve ne pentirete”.

Pubblico quindi l’altro colpo di fulmine che ho avuto: Rotten Apple è la traccia di apertura dell’album Jar of Flies, da molti considerato la prova migliore del gruppo pur se molto lontano dalla violenza sonora dei primi album che li avevano portati al successo e a confrontarsi con l’altro famosissimo gruppo grunge di Seattle (al primo fortunato che indovinerà il nome dei “rivali” degli Alice sarà recapitato a casa uno scatolone pieno di tutti gli addobbi natalizi precoci che ho eliminato dalla mia visuale nelle settimane scorse :-)).

Rotten apple è una lunga canzone (praticamente 7 minuti), che parte lentamente e che mantiene quel che promette. Su Ondarock viene definita “un blues malato, dall’indolente incidere onirico”: non saprei definirla meglio e sottoscrivo in pieno. Una delle caratteristiche degli Alice in chains sono le sovraincisioni vocali, anche in questo brano evidenti e che mi danno la sensazione di essere continuamente “inseguita” dalle voci e di non riuscire, letteralmente, a guadagnare un centimetro sulla canzone per “riprendere fiato”.  Dopo la (finta) lievità di Se telefonando, che a detta di molti di voi è una canzone che, dopo un ascolto, ti accompagna per tutto il giorno, questa canzone vi lascerà molta più libertà. Apparente of course: forse non vi ritroverete a canticchiarla dopo il primo ascolto, e nemmeno dopo il quinto ma, sono convinta, lascerà la sua traccia dentro di voi, una traccia vischiosa ed elastica che continuerà a tirarvi indietro, nel buco nero della vostra anima  in cui l’avrete lasciata nidificare.

Benvenuti nel mese delle feste, amici!

Il Frammento:

Il link al brano completo

 

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15 risposte a “ALICE IN CHAINS | Rotten apple

    • Grazie caro, anche se mi togli l’illusione dell’invisibilità 🙂
      In effetti è proprio questa la contrapposizione tra i miei post e quelli di Alex: lui ha la competenza (oltre a tante altre cose ovvio) che gli permette di fare analisi approfondite sui brani, io posso solo andare dove mi porta il cuore (la seconda volta di Susanna Tamaro su questo blog… solo Adele era arrivata a tanto!).
      p.s.: e comunque devo arrendermi, l’otto dicembre è alle porte… da domani addobbi per tutti anche a casa mia!

    • La foto di Walter Sobchak nel Gravatar! Grande! Io ce l’ho come sfondo del Pc, lui e Jeffrey “Dude” Lebowski. Mi aiutano… non so come, ma lo fanno

  1. Il grande rimpianto della mia vita è non averli visti dal vivo con Staley. Li ho visti solo a Parigi nel 2006, ma c’era già Duvall ed era un’altra cosa. “Rotten Apple” è uno dei pezzi della mia vita. Assolutamente grandioso.

  2. Ammetto che conoscevo gli Alice in Chains solo di nome, ma non credo di aver mai ascoltato prima qualche loro pezzo.
    Dopo un paio di passaggi devo dire che Rotten Apple mi è piaciuta, specialmente l’intro strumentale, ma personalmente non da 5 stelle (anche se effettivamente l’inciso fa salire la valutazione globale).

    Il post di Valeria, invece, mantiene sempre un livello elevato (e così pure la replica di Alex) 🙂

    Anche Nutshell non è affatto male, sebbene il genere non sia fra i miei favoriti.

    Comunque non rispondo al fin troppo facile quiz sull’altro gruppo grunge… gli addobbi natalizi precoci non sono un premio sufficientemente allettante…

    • Ok ok ingordo, aggiungo allo scatolone degli addobbi natalizi novembrini pure un paio di quintali di depliants di supermercati che propongono a prezzi stracciati panettoni e chincaglieria varia ancora da ottobre! Voglio quel nome!

  3. Valeria,
    mi piace sempre quando entri in clima natalizio nel modo…giusto. Sei stata anche molto misurata sull’argomento, ma è solo il primo dicembre, diamo tempo al tempo. HA!

    BEL BRANO, mi è sempre piaciuto del resto (ho il cd, doppio e in formato digipack, comprato senza sapere nulla di loro, dopo aver letto una messa cantata di un recensore – forse mucchio selvaggio, forse rockstar…altri tempi).

    Sono d’accordo su praticamente tutto. la canzone è avvolgente e strisciante, ce l’hai sottopelle anche se non lo sai.

    Forti gli Alice…ANCHE PERCHE’ (proprio bravi)….mi chiedo come abbiano fatto ad arrivare a tanto dato che… qui c’è un inciso PAZZESCO…ma per il resto c’è assai poco.

    Sai quella ‘cosa’ che ogni tanto gira per email che riguarda le cose importanti nella vita? i sassi grandi e i piccoli, e la sabbia, tutti da far entrare in un vaso (eccolo trovato: http://www.collesantandrea.it/2010/05/pensieri-e-parole-4/ )

    ….ecco, spostiamo tutto in ambito musicale ed ecco Rotten Apple:
    SASSI: la cosa importante, l’inciso: fantastico, obliquo e dissonante – anche frutto delle varie voci sovrapposte – è questo che fa tutto il lavoro della canzone. le cinque stelle sono per lui/esso

    SASSOLINI: tutto il bell’arrangiamento di chitarre e suoni, fanno la loro porca figura, ma qui hanno la loro altrettanto porca importanza.

    SABBIA: hey na na na….è questa la strofa? no, ma è questa la strofa?
    tralasciando la visione generale del pezzo e vivisezionandolo, non riesco a non pensare che qui siamo alla fiera del riempitivo, una notina lì, un’altra là così da arrivare alla zattera, il ritornello, che giustamente riaffiora ogni tanto per darci la forza di proseguire.
    Il testo….io non l’ho mai capito. Corto Corto, con frasi così secche e solenni che quasi ti aspetti siano le rivelazioni dei segreti di Fatima.

    Probabilmente non riesco a decodificarlo, oppure non c’è niente da decodificare? Altra sabbia? Mi verrebbe da pensarla così perchè “hey na na na….l’innocenza è finita”…..”hey na na na, mi pento del domani”….”Quello che vedo è irreale, ho fatto la mia parte, mangio la mela” (vedrai che la mela è LA DROGA! oppure la solita tentazione? Adamo ed Eva?)……..seguono un milione di puntini di sospensione…………….per cui, DONO DELLA SINTESI di sicuro, ma anche tripudio di frasi ad effetto anche un po’ qualunquiste che qui si riempie tutto il vaso….

    Ma allora era un commeno positivo o negativo?

    Sarà perchè ormai si avvicina il Natale.
    Natale, quando (in ordine discendente di gravità) sentirò ancora QUELLA canzone di Mariah Carey e quando TUTTI SONO PIU’ BUONI.
    E proprio perchè tutti sono più buoni solo a Natale, io invece – che lo sono sempre di default TUTTO L’ANNO -, mi infastidisco per questa ipocrisia Dicembrina e affilo i coltelli.

    Poveri Alice in chains, non ho resistito e ho tagliato a fettine questa canzone che, RIPETO, mi piace veramente molto. Cinque stelle (anche sei per il ritornello).

    a_

    PS: nonostante sia difficile da credere – non nego l’evidenza – so anche scrivere degli SMS compiuti rispettando i 160caratteri. volevo solo che si sapesse.

    • Maria santa, IO mi sono dimenticata di “stellare” il mio frammento… 5 stelle, non badiamo a spese (tra poco prenderemo pure la 13ma!).
      Calzantissima la metafora del vaso e dei sassi, l’avrei applicata così anch’io se solo avessi qualcuno dei tuoi colpi di genio (che rabbia, nel mio post, fare sempre di queste figure ). L’estrema sintesi del testo ha stupito pure me quando sono andata a cercarlo: mi aspettavo una lunghezza paragonabile a quella della canzone (o di un tuo commento :-)), e invece nisba. La sensazione che mi dà la lapidarietà degli enunciati mi fa effettivamente pensare che quello che è passato a noi sia il risultato di un ripetuto lavoro di scrematura dei concetti, e che a salvarsi siano state solo le colonne portanti del messaggio che il gruppo voleva trasmettere. O forse no. A meno di non essere intimi degli Alice in chains superstiti, non lo sapremo mai. Al fine dell’evocazione dell’atmosfera di questa canzone trovo che le parole non siano comunque fondamentali, e pure “hey na na na” ottenga lo scopo di ovattare i nostri sensi e di rinchiuderci nel loro mondo per quasi SETTE minuti. Anche questo è un dono: ci sono persone che NEANCHE RECITANDO A MEMORIA GUERRA E PACE NUDE DAVANTI A ME riuscirebbero a disconnettermi dalla realtà per più di tre secondi.

    • Guerra e pace a memoria: solo il pensiero che esista quella persona, vestita ma ancor più nuda, mi rattrista, anzi rattristerà TUTTO me stesso (e per tutta la settimana). Non so se mi sono spiegato.

  4. mammamia che bene che scrivi ragazza! Non conosco la canzone e non riesco ad ascoltarla da questo maledetto pc, ma mi GUSTO le tue descrizioni! keep on going girl!

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