[con questo post inauguro un nuovo ‘format’ che credo incontrerà il gusto di tanti, tipo “chi ha un lavoro o una vita” (entrambi non è possibile) e non può prendersi FERIE per leggere, ma anche e soprattutto pensato per il sottoscritto, che le sciocchezze che scrive prima le deve anche pensare, il quale – pare impossibile per un produttore leader – trova sempre più difficoltà a raccontare i pochi frammenti (anche loro, sempre più rari) che gli scaldano il cuore.
L’obbiettivo è di rendere la lettura più breve a voi (HA!) e la vita più facile a me….ma anche a Valeria e Johnson Greevax, se vorranno]
L’ANTEFATTO
Centomila anni fa sulle riviste musicali in voga lessi che i debuttanti The La’s avevano tra le mani un album “che se non lo ascoltavi e non ti piaceva eri già morto”. E io, che non mi negherò mai di essere fortemente influenzato (febbre a quaranta!) dalla pubblicità, potevo dopo questa ‘sparata’ restare lì nel gregge ad ascoltare l’ovvio musicale aspettando che esistessero gli Oasis (che non mi sono poi mai piaciuti così tanto) sorseggiando latte e Nesquik?
Non vi rispondo neanche.
Già adoravo questo brano, poi scopro questo video in cui hanno scelto un ragazzo americano – probabilmente un rappresentante di istituto, uno che fa ‘discorsi’ quasi per lavoro – e…..guardate un po’ cosa gli hanno fatto fare….
A volte ritornano? Il figlio di 

Sì, OK, e allora?
“You said I’m so cold I can’t remember my name, and I said the same”
Qualche giorno fa abbiamo ricevuto una visita al blog dal Brasile. WOW!
Ehm…

