GIORGIA | Se telefonando

Sono stato più volte sul punto di pubblicare il frammento di questa canzone, prima che la sigla finale dello show Il più grande spettacolo dopo il weekend la riportasse alla luce.
Poco male, sono stato ‘battuto’ da Fiorello, mi poteva andar peggio (Carlo Conti).

Per me Se telefonando è sempre stata un mito e un mistero insieme, anzi proprio un vero esempio di frammento: infatti, pur considerandola uno dei momenti musicali italiani più affascinanti di sempre, solo l’inciso è fissato indelebilmente nella mia testa da anni e – sono sincero – a ogni ascolto ancora mi meraviglia e mi lascia i brividi, mentre la strofa, ascoltata anch’essa mille e mille volte,  non saprei cantarla, nè testo nè parole. Sarà perchè è cantato solo una sola volta all’inizio mentre il nucleo della canzone è il ritornello ripetuto, ma proprio non me la ricordo. Mai! (un bel problema il mio, converrete). Continua a leggere

SAVOY | Whalebone

In un post precedente sui Savoy (Rain | Isotope) avevo già minacciato che sarei ritornato a parlarne con un altro frammento.
Ecco quindi “Whalebone”, colonna sonora del film Hawaii Oslo, probabilmente il miglior esempio della teoria dei frammenti, inaugurata con questo blog… oddio, più che una teoria universale è un fatto personale (e perdonate se qui ripeterò cose già lette su ‘perchè frammenti’ ma è necessario per tutto ciò che viene dopo): è un minimo comune denominatore della quasi totalità dei brani che amo, seppure con modi e intensità diverse, e che mi porto appresso per anni; quella piccola porzione di note che producono una reazione ‘chimica’ che fa scattare l’innamoramento, e in virtù di questo, mi porta a considerare e/o rivalutare il resto del pezzo.

Whalebone la potrei ascoltare per ore perchè affascinante e struggente.
Aggiungo anzi che potrei ascoltarne per ore l’inciso, sopportandone per ore le strofe. Continua a leggere

In punta di piedi | Nathalie

Questa è una recensione ‘boomerang’ (però, Nathalie, ti voglio bene).

Lancio del boomerang
Capita a volte che alcune sensazioni siano così forti da imprimere nella mente anche altre informazioni connesse  (dove eravamo, cosa stavamo facendo, il momento esatto della ‘rivelazione).
Emozionante, delicata e appassionata, “In punta di piedi” mi si è da subito insinuata sottopelle, risvegliando il mio interesse su Nathalie e eliminando tutte le riserve che avevo su di lei.
E, sì, le emozioni forti ci segnano: ricordo esattamente dov’ero, cosa facevo e come mi sono sentito salire la pelle d’oca al primo ascolto.

Posso osare a dire…capolavoro? NO? Capolavoro!
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THE SMITHS | Last Night I Dreamt that Somebody Loved Me

“Questa notte ho sognato che qualcuno mi amava. Ma è solo un altro falso allarme”
Già può bastare, vero?
Questi sono The Smiths. E se “Isotope” dei Savoy è il sindaco del paese dalle canzoni strazianti,   per “Last night…” è solo questione di tempo, certo lo diventerà alla fine del mandato.

Mi rendo conto: i brani che amo concorrono tutti per il premio di canzone più triste del sistema solare e, non essendo io propriamente uno che si ‘spassa’ la vita tra viaggi e cocktail – quindi senza bisogno di botte di normalità – comprendo il perchè della seconda domanda che spesso mi viene posta quando ascolto ‘le mie cose in casa’ (la prima è “potresti abbassare?” un trabocchetto che significa “dovresti spegnere” e non ammette che una sola risposta) che è questa:  perchè intristirsi per forza?
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Lupin III “La fisarmonica” | Castellina Pasi

Esiste forse una sigla di cartoni animati più imprevedibile, coraggiosa e spregiudicata di questa?
Diciamolo tutti in coro: NO!

Tanto di cappello a chi allora decise di scegliere questa canzone, darla in pasto a un pubblico che mai avrebbe potuto apprezzarla, sfidando il fallimento e la derisione perpetua.

Si narra inoltre che l’opzione scartata fosse nientepopodimeno che un inedito dei “Cavalieri del Re” di Riccardo Zara, marchio di fabbrica ai tempi molto considerato (Bignami per chi non ha mai vissuto la giovinezza: fondatore del gruppo, è anche l’autore di leggendarie sigle di sapore spesso ‘medievale’,  Lady Oscar su tutte, …). La canzone di Zara non fu mai utilizzata neanche per le serie successive di Lupin III e restò nel cassetto per anni, ma ora – lieto  fine – gode di nuova vita su YouTube. Continua a leggere

Tattva | Kula Shaker

“Trent’anni dopo, come i Beatles dopo il viaggio in India. Favolosi!”

Così potrebbe essere una recensione via SMS su questo pezzo dei Kula Shaker (dai, questi qualcuno li conosce, vero?).
Invece la vita è ingiusta e talvolta ci obbliga a fare cose che non vogliamo, tipo “andare in un blog, cliccare su un articolo, leggerlo tutto”, per cui mettetevi comodi, anche se cercherò di essere più breve che in passato.

Il mio incontro con i Kula Shaker risale al 1996, anno di uscita del loro primo album “K” e del singolo “Tattva” che ascoltai durante una puntata del…..Festivalbar!!! Continua a leggere

We are the pigs | Suede

Dopo i ‘nuovi e gioiosi metodi per deprimersi’  illustrati la settimana scorsa (Isotope | Savoy) oggi una scelta meno alienante, anche per allontanare l’eventuale immagine alessandro+vite sul cuore+avvitatore che qualcuno potrebbe ricavare dalle proposte musicali finora pubblicate. Continua a leggere

SAVOY | Rain + Isotope

Alzi la mano (Lasci un commento) chi conosce i SAVOY.

Nessuno? E’ un peccato.

Arrivai a loro più di 10 anni fa nel bel mezzo della fase dell’innamoramento sfrenato per “OK computer” quando, cercando sulla rete notizie relative ai Radiohead, mi imbattei nella recensione dell’album “Lackluster me” di questa band sconosciuta che veniva associata a Thom Yorke e soci per la particolare costruzione dei brani, spesso dolenti, pieni di accordi ‘obliqui’ e scelte armoniche inusuali.

Già volevo saperne di più. Continua a leggere

ADELE | Set Fire to the Rain

(A questa canzone il merito di avere dato il ‘la’ all’idea di questo blog)

Provate a pensarci, è vero o no che il panorama musicale ci propone sempre più spesso belle voci ‘e basta’ ?

E’ vero.

E come sugli aspirapolvere insegna il manuale del venditore porta a porta (a ogni dimostrazione  si deve mostrare ogni più piccolo e insignificante accessorio) probabilmente anche per ‘creare da una bella voce un’artista di successo’  ci sarà una guida infallibile da seguire a cui – per semplificare – accollerò tutte le colpe: per ogni disco, canzone, strofa, ponte, inciso che ho ascoltato, in cui  passare semplicemente dalla ‘nota A’ alla’nota B’ sembra essere vietato. Dove la ‘nota B’ diventa una luce alla fine del tunnel, quasi un miraggio, raggiungibile solo dopo un tripudio di note e notine accessorie squittite dall’ugola d’oro di turno. Continua a leggere

Protetto: S

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