“Ma non hai mai scritto un frammento su David Bowie.
Dai, fai un pezzo di David Bowie, dai (Pedro).”
Questa la vocina che avrebbe voluto telecomandare i miei frammenti.
Ma i frammenti di qualità sono come il cuore ‘che è uno zingaro e va‘ (questa piaceva un sacco a mia nonna), per cui, eccovi gli ARCADE FIRE (HA!)
L’ANTEFATTO
Mi sarebbe piaciuto che Reflektor mi si infilasse in testa e nel cuore al primo ascolto. L’attesa in rete per il nuovo lavoro era altissima e anch’io ne ero contagiato.
Ma alla fine, delusione. Che palle, tutta qui la canzone?
Va da sè che mi sono subito raffreddato nei loro confronti!
Lo so da tempo che gli Arcade Fire potenzialmente mi potrebbero piacere, e molto!
Ma le cose non ingranano.
E’ vero, i nostri primi approcci sono stati così sfortunati da chiedermi se la loro fosse veramente classificabile come musica (mistero risolto: avevo ascoltato un intero album con il jack delle cuffie inserito male, quindi [vi è mai successo?] senza bassi, senza voce solista, solo i cori…….come ascoltare le voci da sott’acqua…..esperienza strana, provatela anche voi, funziona meglio se il jack è ossidato) e forse anche in conseguenza di questo non ho mai pubblicato un loro frammento (ma ci sono andato molto vicino con ‘My body is a cage’, ascoltata poi in modo tradizionale ordinario), anche se li tengo d’occhio sperando che un giorno mi facciano innamorare senza se e senza MA.
Voglio dire, stavo dando loro un’altra occasione… MA…. Reflektor che roba è? E’ questo il primo singolo? Con una squinzetta che canta ‘pippippi piripippippi’ in francese ?
Sarà anche lei, come gli altri della band, una polistrumentista coi fiocchi (non casuale la parola, vedrete poi) ma il risultato è pallone sgonfio, soufflè immangiabile, pasta scotta, noia polistrumentista a 360 gradi.
Questo….pensavo.
…CHI
Arcade Fire sono una band….strana: più che band una banda. Due girls e cinque boys, alcuni di loro polistrumentisti, che fanno musica con INTERESSANTE uso di armonie e esagerato uso di strumenti, ditene uno e c’è una loro canzone che ce l’ha dentro (magari anche il fustino di dixan e lo scacciapensieri).
Particolare, questo, che non mi ha mai impressionato più di…niente, tanto che nel corso del mio periodo di detrattore degli Arcade Fire ho sempre sostenuto che anche loro, come per il design, avrebbero dovuto tatuarsi in fronte la bella regola del “meno = più”.
…CHE COSA
Quattro album (di cui uno ‘Reflektor’ appena uscito) in quasi 10 anni.
Già dal disco di esordio, tra l’altro dal titolo sufficientemente vacanziero (Funeral) per attirare la mia attenzione, lodi sperticate da critica, ma anche i successivi Neon Bible e The Suburbs incontrarono i gusti sia di chi ascolta e scrive di musica portando la poli-band a un successo crescente, tanto che attualmente per una eventuale organizzazione della convention dei ‘non convinti sugli Arcade Fire‘, il giro di telefonate agli iscritti non porterebbe via più di 10 minuti.
…E COME FINI’ CHE REFLEKTOR DIVENTO’ UN FRAMMENTO?
Attenzione! nella mia storia di frammentatore questo, assieme a Whalebone dei SAVOY [ne abbiamo scritto qui] è uno dei migliori esempi di frammento musicale: quel momento particolare [tutto già detto e scritto qui] di un pezzo, che ti piace così tanto ma così tanto, che alla fine ti ascolti tutta la canzone per arrivare lì, e finisci per rivalutare completamente anche ciò che viene prima o dopo il momento magico.
Dico questo perchè la canzone mi ha fatto schifo per un bel po’, perchè in realtà non l’avevo mai ascoltata per intero (dio santo, dura più di 7 minuti, quasi un ‘guerra e pace’ musicale), fino a quella volta che finalmente riuscii ad arrivare ‘più avanti’.
Ebbene, il momento del colpo di fulmine è ai 4minuti e 46secondi (fate riferimento ai tempi del video, quelli del player…non so perchè ma io non li vedo, restano nascosti), quando c’è un cambio drastico del pezzo che (proprio su quell’accordo lì, miracoloso!), dopo aver consegnato tutti i volantini fermandosi casa per casa, finalmente riesce a ‘mettere la seconda’ e trovare l’autostrada, dove prende il volo e succederà tutto ciò che prima mi mancava.
E di cose ne succedono parecchie negli ultimi 3 minuti: si parte subito con quel tipo che canta “Thought you would bring me to the resurrector”, e dà ‘il la‘ a tutto ciò che verrà dopo, con quella sua voce…che io vorrei avere SEMPRE (ma anche solo qualche volta, va’).
Brividi sulla schiena, quindi.
Ma saranno solo i primi, perchè da lì è tutta una escalation di suoni, pianoforte, archi con dissonanze, lasciacquettachecantacheadessomipiace, respiri, concitazione, ecc ecc per una cavalcata sempre più frenetica fino alla fine del pezzo.
Quel tipo è un estimatore del gruppo che quel giorno passava in studio di registrazione a salutare [Ehi, ciao… “Thought you would bring me to the resurrector”…. ragazzi] e che si chiama David Bowie.
CONCLUSIONI
Alla fine, pace fatta con Reflektor, che ora mi piace veramente parecchio (e pure l’album, il loro migliore, secondo me).
Resto dell’idea che il grandissimo lavoro svolto su questa canzone sia sulla produzione più che nella composizione in sè. Troverete fantastilioni di suoni, suonini, vocine, percussioni anche appena avvertibili che però fanno guadagnare moltissimo al mood generale di un brano in origine quasimivienedadire trascurabile.
Non trascurabile invece il fatto che dal punto 4.46 (che è anche l’inizio del frammento) alla fine mi sia impossibile scegliere ‘dove tagliare’ il pezzo da inserire come frammento (dai 6.00 in poi evolve ancora, pianoforte, archi, dissonanze) dato che una volta partito non posso fermarmi prima del punto 6.33 senza pensare al coitus interruptus.
Per questo motivo il frammento sarà di quasi 2 minuti…..ma che vi importa? Tanto, ammettetelo, se siete ancora qui a leggere cos’altro mai avevate da fare?
IL FRAMMENTO
LINK AL VIDEO COMPLETO
VOTO
forse5stelle
Io amo gli Arcade fire e dopo il mezzo passo falso di The suburbs questo Reflektor lo trovo bellissimo per ora. Purtroppo hanno fissato due date orribili in Italia cosi’ probabilmente non li rivedrò live per ora. Se potete andateci, primo sono bravissimi, secondo pezzi come Joan of Arc dal vivo faranno vittime.
…io credo che, se sarà confermata la data, andrò a verona a vederli per la prima volta.
Premessa numero 1: gli Arcade Fire li conosco poco o niente, ma per quanto bene ne parlano alcuni critici (qualcuno li definisce semplicemente la miglior band in circolazione), devo dire che partivo un po’ prevenuto perché normalmente non mi trovo troppo in sintonia con questi artisti “troppo bravi” (insomma, sottoscrivo il paragone di Frou Svedese della torta a 150 strati e confermo che anche io preferisco una bella crostata). Inoltre il brano in questione lo avevo sentito giusto qualche giorno fa in radio, ma evidentemente avevano passato solo la prima parte perché onestamente non mi aveva colpito più di tanto.
Premessa numero 2: questa mattina prima delle nove ho letto immediatamente il post di Alex e mi sono ascoltato per intero i 7:34 di Reflektor concludendo il primo ascolto con una certa delusione… davvero non mi aveva “smosso” quasi nulla…
…però io mi fido di Alex e se lui dice che c’è qualcosa che merita, 9 volte su 10 ci azzecca… quindi mi sono dato un po’ di tempo e ho ascoltato la canzone almento altre 4-5 volte nell’arco della giornata (ok, non sono arrivato a 10 come Valeria, ma comunque ci ho dato dentro) e devo ammettere che più la ascolto e più cresce il giudizio, nonostante questo non sia propriamente il mio genere musicale prediletto. Al momento sono arrivato almeno alle 3,5 stelle, ma non escluderei che qualche altro passaggio possa far salire ancora la valutazione.
Per quanto riguarda i frammenti, a me piace il bridge che va dal minuto 3:00 al minuto 3:50 e poi tutta la parte dal minuto 5:30 fino alla fine dove effettivamente ci sono parecchie cose interessanti. Devo dire però che in mezzo a tutti i “polistrumenti” suonati da questi signori non sono riuscito a trovare gli archi… secondo me si tratta solo di un sintetizzatore, ma ovviamente posso sbagliare.
A questo punto mi sa che prima o dopo mi toccherà ascoltare tutto l’album (per non dire tutta la discografia) di questi Arcade Fire tenendo conto soprattuto dei brani citati negli altri commenti.
Chiudo dicendo che Alex mi ha battuto sul tempo perché un paio di giorni fa ho cominciato a scrivere di un nuovo frammento, ma non sono ancora riuscito a dare l’impostazione che vorrei al mio post che a questo punto può aspettare almeno un altra settimana, altrimenti rischiamo di “saturare” troppo i visitatori del blog 😉
Ora vado che comincia Daitarn 3 (la cui sigla parla ovviamente di noi: “uno per tre e tre per uno… noi siamo un trio all’erta e pieni di brio… ecc…)
Marco, insomma mi pare proprio che il prossimo concerto degli Arcade in italia….lo vedremo tutti assieme!!!
Mi sento ora in obbligo di farmeli piacere ancora di più e spero di riuscirci e non abbandonarli troppo presto perchè in realtà proprio ieri sera ho ascoltato una canzone (di altri, sconosciutissimi a me almeno) che mi ha incantato e che oggi andrò sicuramente a ascoltare e riascoltare e riascoltare (e in questi due minuti di risposta l’ho già fatto).
Magari salto il post di Natale e mi butto su questi che, cerco di prevedere i vostri gusti, a Valeria faranno orrore ma a te piaceranno molto, e molto.
E questi non sono polistrumentisti ‘torta 150 strati – giusto per continuare il felice parallelo ‘svedese’, ma assolutamente ‘torta margherita’.
[archi sì, sintetici, anche secondo me….perchè ce ne sono di altro tipo oramai? 😉 ]
Epperò così non vale!!! Adesso mi hai messo addosso una curiosità che non so proprio se riuscirò a resistere un mese prima di sapere chi sono questi altri sconosciutissimi che ti hanno incantato ieri sera…
gioco crudele, mi rendo conto, nonchè dilettantesco tentativo di ‘cliffhanger’.
cercherò di sciogliere il mistero al più presto, ma non prima del tuo prossimo post…;-)
Marco, non si può dire che questa volta siamo due gemelli separati alla nascita. Il bridge che piace tanto a te è quello che a me, senza le rassicurazioni di Alessandro, avrebbe fatto venire voglia di abbandonare il brano 🙂 Cmq la canzone mi è entrata dentro, numerosi ascolti anche oggi.
Infatti avevo intuito che quella fosse la parte che a te non era piaciuta…
ma è bello che in uno stesso pezzo riescano ad esserci frammenti così diversi che ognuno di noi ha trovato qualche motivo per farselo piacere.
Purtroppo oggi non ho avuto modo di ascoltare di nuovo il pezzo né gli altri brani degli Arcade Fire, ma credo invece di avere qualche idea sul nuovo colpo di fulmine di Alex: band americana originaria di Cincinnati con nome composto da articolo più sostantivo e con all’attivo 6 album?
Se è così li sto ascoltando anche io proprio adesso…
HA! Non è quella (ma non ho capito chi sono e ora sono curioso anch’io).
Beh, se non è quella la band, allora me la tengo da parte perché potrebbe essere interessante (devo riascoltarli un po’ meglio per essere sicuro).
Tralasciando i commenti poco interessanti per chi non ci conosce personalmente tipo “Ma di cosa abbiamo parlato giusto ieri??? Vecchio volpone”, mi concentro immediatamente sul pezzo e proclamo le mie quattro stelle, ma soprattutto il fatto che questa canzone oggi l’avrò ascoltata una decina di volte e ogni volta mi piace un po’ di più. Forse dovrò votare di nuovo e dare cinque stelle?
Ho atteso con le mie orecchie da Fennec il momento 4,49 e sì certo il momento del miracolo l’ho sentito ma se tu non me l’avessi detto??? Chi lo sa.
A me piace molto l’inizio, mi pare una canzone da discoteca, mi fa venire voglia di muovermi. La vocina che canta in francese non mi toglie il sonno, ma come ricorderai non senza dolore neanche la Lauren di Whalebone me lo tolse allora.
Per me il primo brivido parte al 1.15 e torna ogni volta che la sequenza si ripete.
Poi è evidente che se sei una band numerosa, tutta di polistrumentisti, e vuoi fare tutto in un’unica canzone, per forza di cose il brodo si allunga, questo per me succede dal momento 2.35 fino al 3.50, chissà se è lo stesso muro contro il quale ti sfracellavi tu durante i primi ascolti. Io, forte della tua assicurazione che il bello a metà canzone era ancora da venire, ho tenuto duro e sono arrivata in fondo, e posso quindi dire con la coscienza tranquilla: avercene di queste canzoni.
Su eventuali ascolti di altri brani non prometto verità, io di loro conosco My body is a cage e Intervention, che mi piacciono da morire. Aggiungo questa terza canzone e, forte del detto che chi si accontenta gode, godo.
Per quanto riguarda il fatto che stai tenendo in vita il blog, ormai i ringraziamenti non servono più allo scopo e per questo motivo ti ho fatto un bonifico oggi, valuta domani.
Scrivessi 10-15 anni fa, direi che il minuto che dici (da 2.35 in poi) sia lì unicamente per dare tempo al dj di fare il mix con un altro brano.
Ma dato che siamo nel FUTURO! (DAITARN 3 è ambientato esattamente in questi anni, credo nel 2015) probabilmente le ragioni saranno altre, tipo la voglia di vincere l’award per la più bella canzone mai scritta di 7.34minuti. Per esempio.
La canzone già sapevo che avrebbe guadagnato almeno 3 stelle da te, ma grande gaudio nel vedere che ti piace… di più.
E sono proprio fiero di me stesso, me lo dico da solo, per avere insistito con Reflektor che, come nel breve post si evincerà, stava quasi per farmi venire la voglia di pubblicare il primo vero post haiku della mia vita, solo con una riga (“questa canzone fa schifo”), giusto per sottolineare la grande delusione.
Ecco, comunque, anche novembre l’abbiamo “portato a casa”.
Del resto almeno una sciocchezza al mese è da pubblicare, no? E chi sono io per tirarmi indietro? Troppo facile vincere questo award!
Secondo me gli arcade fire sono come quelle torte multistrumentiste con 150 strati e la panna che schizza fuori da ogni lato. Buone, per carità, però di solito preferisco una bella crostata con la marmellata di albicocche.
Finito il frammento di Benedetta Parodi devo dire che sono bravi, non c’è che dire e personalmente sono andata in fissa con Here comes the night time (che in un teaser di youtube conteneva anche un’intorduzione di Micheal Cera). Sarà che io perdo completamente il controllo quando ci sono i cambi di ritmo in corsa durante una canzone.
Rimane per me un disco di alti e (qualche) basso, tra cui annovero in primis gli undici (11!!!) minuti di Supersimmetry che secondo me anche gli stessi Arcade Fire non l’hanno mai ascoltata per intero quella canzone!
Benedetta Parodi mi piace (“uso il prezzemolo perchè il rosmarino, quello l’avevo finito”) e mi piace anche la tua interpretazione nel mood ‘pasticceria’ della musia degli Arcade.
Boh, avrai capito che io sono da entrambe le parti delle barricate, ma sono piuttosto d’accordo con quello che pensi: Supersimmetry=premio suoni inutili 2013 senza neanche ascoltare gli altri concorrenti.
Sull’album, ci sono varie cose che mi piacciono, altre mi suonano un po’ polverose (mi mancano i titoli ora ma ce n’è una che ogni volta che parte mi fa venire in mente la macarena, forse proprio “Here comes the night time…”) altre non proprio ispirate considerando la grande stima che si legge ovunque sul songwriting di Win Butler.
Finora sono concentrato sulla title track e su We exist che mi sembrano le più interessanti, ma come detto sulla rece, c’è altro da ascoltare, sono convinto che alla fine potrei quasi diventare un loro sostenitore ‘a tutto tondo’.
Grazie per averci visitati, ciao!!
Sto provando ad ascoltarla proprio adesso: sì sì è vero, Here comes the night time ricorda la Macarena!!!! 🙂