ATWA | System of a down

Il frammento da me selezionato questa volta appartiene ai System of a Down (aka Soad). Un gruppo che io ho scoperto quando erano ormai in fase di scioglimento avanzato (tipo un iceberg curioso avvicinatosi un po’ troppo all’Equatore) e più o  meno avviati verso carriere soliste o di coppia. Come sappiamo però, se la musica è buona non ha data di scadenza. Io li ho sentiti nominare la prima volta gironzolando per il web e incappando nella lista dei migliori 40 brani hard rock-heavy metal. Ora, per chi rifugge da questo genere musicale come un cane randagio da un bagno saponato, posso offrire come garanzia il mio stupore nel trovare questo gruppo ivi catalogato. Forse il loro stile è talmente unico e di difficile classificazione, che parimenti avrei potuto trovarli consultando la lista dei  40 migliori brani di altri generi musicali? Credo di sì. Amo molte canzoni di questo gruppo, alcune sono state dei successi conclamati in classifiche affollate come quelle statunitensi (Toxicity and Chop Suey, tanto per nominare i due brani probabilmente più conosciuti anche ai non Soad adepti)  ma ho frammentato  ATWA perché è un brano “ovetto Kinder”, cela cioè al suo interno una sorpresa. Ascoltate il frammento, lasciatevi cullare dalla ninna nanna, ma sappiate che il cantante (Serj Tankian) ha una voce potente, e non si vergogna di usarla. Per alcuni questo può essere un difetto, se non addirittura una volgare ostentazione di mezzi. Per fortuna lui non la pensa così, o forse sì ma, al solo scopo di rendermi felice, va contro le sue più intime convinzioni… Mi piace pensare che questa,  tra tutte, sia l’ipotesi più fondata. 🙂

La canzone è ispirata alla vicenda di Charles Manson, come spiegano gli addetti ai lavori. Se non me lo avessero detto, non lo avrei capito nemmeno leggendo il testo. E’ un’altra caratteristica di questo gruppo (largamente condivisa) di comporre canzoni dai testi criptici. Quando a scuola  avevamo bisogno di sostenerci con note esplicative e approfondimenti degli insegnanti di solito stavamo studiando una poesia. Possiamo estendere il concetto anche a dei cantanti? Io opto per il sì, anche se non indiscriminato.

Lo scopo di questo blog non è (solo?) il soddisfacimento di un bisogno narcisistico di parlare di sé e delle proprie opinioni (musicali in questo caso). Uno dei possibili scopi è la possibilità di condividere qualcosa di bello e che faccia bene.  A me i Soad fanno bene, certo non sempre (tipo quando sto per addormentarmi dopo una dura giornata o mentre sto tentando di ascolare il telegiornale) ma, come ricorda Ren McCormack al pastore Moore in Footloose: c’è un tempo per ogni cosa. E dunque c’è sicuramente un tempo anche per i System e, nel caso particolare, per la loro ATWA.

Il mio voto alla canzone è: 5 stelle

Il frammento: strumentale all’innesco della suspence

Il Frammento:

https://ioego.files.wordpress.com/2011/09/frammento-atwa1.mp3″

Il link al brano completo

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7 risposte a “ATWA | System of a down

  1. Ciao Valeria, la musica proposta dai SOAD è piuttosto dura (almeno per le mie orecchie ed il mio cervello che difficilmente riesce a convertire in orecchiabili certi generi). Anche da giovane, quando i miei coetanei si sparavano pomeriggi di Hard Rock, Heavy Metal and so on, io mi limitavo ad ascoltare gruppi più melodici come i Pink Floyd, Camel, Sting, Clapton, ecc… Anche ora, dopo anni di questa musica, non mi sono stancato, cosa che invece che spesso è accaduta ai miei coetanei con certi generi pesanti. Come vedi, ascolto altro tipo di musica, molto più rilassante e non ti nascondo la mia difficoltà nell’apprezzare questo gruppo e simili. Ammiro chi, diversamente da me riesce a spaziare anche su altri generi ed apprezarne le melodie. Forse in questo caso, più che le melodie hanno una maggiore valenza i messaggi che il gruppo vuole portare. Complimenti, a presto, Franco.

    • Ma che bel commento articolato! Bravo Franco! Sapevo che i SOAD non avrebbero incontrato unanime consenso, tant’è… a me piacciono (però l’ho scritto anch’io, non in qualsiasi momento). Ascolta anche gli altri frammenti, di artisti completamente diversi: vedrai che ti sentirai maggiormente a tuo agio. E comunque il mio prossimo ti accarezzerà le orecchie 🙂 Grazie per la visita, spero di ritrovarti in queste pagine

  2. Il frammento è molto bello! soprattutto dopo aver ascoltato il brano completo, il quale però esgera un pò: energia sì, ma questo va appena un pò oltre.

  3. Ciao Valeria!
    Devo dire che sono rimasta particolarmente colpita dalle tue parole, che come al solito riescono ad esprimere una miriade di sensazioni.
    Arrivando alla canzone (che sei stata tu stessa a consigliarmi), mi piace veramente molto e quando la ascolto mi vieni in mente tu e la tua super energia che hai sempre con te! Se hai altri brani da propormi ben venga, il mio bagaglio musicale si arricchirà di buona musica con i tuoi consigli. Ormai sai i miei gusti, quindi aspetto nuove canzoni!
    Un bacione cara, ci sentiamo! 🙂

    • Jessica! Benvenuta! Arrivo quasi a dire che ti aspettavo con ansia. Sapevo di sfondare una porta aperta con te con i Soad. Continua a seguirci cmq, come sai musica bella ce n’è tanta, e di tanti tipi. E se qualcosa non ti piacerà, vorrà dire che avrai imparato da cosa stare alla larga 🙂

  4. Ascolterò sia gli Alice in Chains che i Faith no more, grazie.
    In effetti non è una canzone rilassante, ma chi ha sempre bisogno di rilassarsi?!? Io a volte, anzi spesso, anzi ti dirò… perfino in questo momento, ho piuttosto bisogno di essere svegliata! Mi fa ridere la tua descrizione del momento sorprendente 🙂 Cosa dire se non che questo, amico mio, è solo uno dei possibili punti di vista? Forse è vero che fa venire voglia di prendere una sedia e sfondare una vetrata, ma alla fine mi fa sentire come se in effetti l’avessi proprio tirata. E senza pagare il conto. A quel punto… posso rientrare in società.

  5. Valeria,
    da Adele a SOTD! Che sterzata, un cambio di genere così netto non me l’aspettavo.
    Però è proprio un bel pezzo, grintoso ed evocativo al tempo stesso. Nella cura delle armonie mi ricordano un po’ lo stile dei più morbidi Alice in Chains (e la voce, bella, dei Faith no more – se non li ascolti, beh, provaci, ti potrebbero piacere).

    Confesso che la parte che tu descrivi come ‘sorprendente’, in cui il cantante ha un attacco epilettico mentre un altro sembra vomitare più volte la parola “anymore”, non è – come dire – la mia preferita. Temo che mi agiti oltremodo, mi viene voglia di prendere una sedia e lanciarla contro una finestra (chiusa).
    Magari la riascoltiamo stasera a casa tua.

    Dettagli a parte, ATWA ha il mio imperdibile e fondamentale voto positivo.

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