ADELE | Set Fire to the Rain

(A questa canzone il merito di avere dato il ‘la’ all’idea di questo blog)

Provate a pensarci, è vero o no che il panorama musicale ci propone sempre più spesso belle voci ‘e basta’ ?

E’ vero.

E come sugli aspirapolvere insegna il manuale del venditore porta a porta (a ogni dimostrazione  si deve mostrare ogni più piccolo e insignificante accessorio) probabilmente anche per ‘creare da una bella voce un’artista di successo’  ci sarà una guida infallibile da seguire a cui – per semplificare – accollerò tutte le colpe: per ogni disco, canzone, strofa, ponte, inciso che ho ascoltato, in cui  passare semplicemente dalla ‘nota A’ alla’nota B’ sembra essere vietato. Dove la ‘nota B’ diventa una luce alla fine del tunnel, quasi un miraggio, raggiungibile solo dopo un tripudio di note e notine accessorie squittite dall’ugola d’oro di turno.

Eccoli, i temutissimi gorgheggi fioriture: sono sempre dietro l’angolo, sparati a raffica da usignoli che impeccabili e inesorabili eseguono la scheda perforata della loro partitura, figlie sorelle e nipoti della capostipite Mariah Carey, sempre fedeli alla regola non scritta (ma cantata) “quantità di notine=qualità del brano”.

Esagerazioni? Forse. Sarà che mi piace pensare all’autore di una canzone come un artigiano che punta all’essenziale,  dosa gli ingredienti, espone pochi prodotti perchè possiamo vederli, ascoltarli, gustarne la qualità… e avere l’occasione di cercarla, soprattutto.

Su Adele, a dispetto delle lodi sperticate nelle recensioni, inconsciamente avevo già alzato un muro (il soul non è esattamente il mio genere di musica) tanto che il primo singolo “Rolling to the deep” era scivolato via senza particolari sussulti.

Ma “set fire to the rain” è un’altra cosa.

E’ uno di uno di quei piccoli miracoli musicali che ogni tanto avvengono: una canzone ispirata, fintamente easy ma elaboratissima nella costruzione dell’inciso, capolavoro di equilibrismo che cattura al primo ascolto, con una continua tensione ‘presa e rilasciata’ ancor più valorizzata dai cambi di registro della voce [punto di ascolto: 27-32sec].

Lei è perfetta in ogni nota, e ancora più perfetta quando ho scoperto che è autrice dei pezzi, che ha poco più di vent’anni e che è lontana anni luce dallo stereotipo della popstar contemporanea.

Adele, infatti, un po’ come Thom Yorke dei Radiohead che anche quando canta incollato sul posto con lo sguardo assente è sempre pieno di “fighitudine artistica”, arriva sullo stage con l’aria un po’ della comparsa che nella sua unica scena al massimo girerà il cucchiaino nella tazzina del caffè.

E in effetti, in quanto a mobilità probabilmente non andrà oltre ma, non so voi, io a quel punto ormai non sarò più mio ma suo: adepto di adele n.10156.

Il frammento che ha attirato la mia attenzione è l’inciso, tutto, dall’inizio alla fine. Da qui è partita la scoperta del resto del brano, che conferma le aspettative.

Grandissima canzone, ancora mi emoziona ad ogni ascolto.

Segno indelebile. Cinque stelle.

Il Frammento: l’inciso, tutto, dall’inizio alla fine

https://ioego.files.wordpress.com/2011/03/adele_1.mp3″

Il link al brano completo
Set fire to the Rain

8 risposte a “ADELE | Set Fire to the Rain

  1. Pingback: Come mai Adele fa piangere | Solo Frammenti

  2. Son sincero; delle canzoni estratte (21 non l’ho ancora ascoltato per intero) è quella che mi convince meno, assieme all’ultima Turning Tables (copia fiacca di Someone Like You, leggermente più ritmata); la sezione musicale di pianoforte mi sembra stra-abusata e sentita (mi ha richiamato alla memoria Halo di Beyonce), ed anche la melodia vocale è troppo esagerata in alcuni punti (perlappunto nel frammento che ti ha tanto colpito). Rolling In The Deep, al contrario, ha davvero un sound ed un mood molto originali e particolari, e resta dunque la mia preferita fra le 4 estratte; Someone Like You è bellissima, ma la (bimbominkiesca) inflazione a cui è andata incontro, con continui e repentini passaggi alla radio, mi ha parecchio infastidito, quindi non riesco a giudicarla troppo oggettivamente.

    Blog molto interessante il tuo, ed è anche graficamente accattivante. Hai un follower in più da oggi 😉

  3. Sono perfettamente d’accordo, anche se non trascurerei “Someone like you”. Riguardo a “Rolling to the deep” consiglio a tutti di cercare su YouTube la versione cantata a sorpresa da Patti Smith in un recentissimo concerto. Sembra scritta apposta per lei.

    • Mamma, “Someone like you”….. è da urlo, anzi da pelle d’oca. Il testo però è talmente straziante che io, ad oggi, non ho mai avuto la serenità necessaria per immergermi nella canzone quanto basta per scriverci un articolo ed essere sicura di ritornare in superficie sana e salva. Sappi però che i miei figli la cantano a casa, e questo dovrebbe dare un’idea sugli ascolti a cui sono stati esposti

    • Hai ragione! L’ho ascoltata proprio ora ed è più bella che mai, bel colpo Laura, canzone rivalutata.

      Devo anche confermare l’esposizione subita dai bimbi di Valeria, ma non credo siano in pericolo però, il livello di insegnamento dell’inglese nella scuola primaria italiana li rende immuni.

      Posso dirlo, Valeria, che la Gelmini salvò (passato remoto d’obbligo) i tuoi figli? (no, è troppo, ritiro.)

  4. “Set the fire to the rain” lascia emozioni indelebili al primo ascolto. Perché Adele riesce a farti entrare in un vortice senza farti uscire più. Diciamo che ascoltarla, crea dipendenza. Sono concorde con tutto ciò che hai sopracitato.

    Tanti cari saluti,
    Herondale.

  5. Sul frammento di Alex, condivido emozioni e giudizio.

    Sulla fiducia condivido anche la sua opinione sugli usignoli seriali che appestano le nostre emittenti, classifiche e quant’altro. Dico sulla fiducia perché io rifuggo da sempre da Mariah Carey e Co., non consulto le classifiche, non guardo Sanremo se non per smalignare sulle vallette e raramente ascolto la radio. I miei “incontri” musicali arrivano più per passa parola o per caso (i più belli, perché inaspettati).

  6. Caro Autore,
    anch’io sono stata conquistata definitivamente da Adele con Set Fire to the Rain, l’ho trovata una canzone onesta, con quella tensione “presa e rilasciata” (come l’hai ben descritta tu) che esplode limpida e maestosa nel refrain.
    Quanto alle note e notine accessorie, sono virtuosismi che spesso non riesco a perdonare nemmeno a Giorgia, figuriamoci a Mariah Carey…
    Stefi

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